«Grandi progressi» ma ancora nessun accordo sull'Ucraina e nessun accenno al cessate il fuoco o alle sanzioni minacciate per settimane. Donald Trump sintetizza con queste parole il confronto di quasi tre ore con Vladimir Putin in Alaska: «Non c'è accordo finché non c'è l'accordo» (LA DIRETTA).

A farsi notare è da subito l’accoglienza da grande amico riservata al leader del Cremlino, un trattamento molto diverso da quello di pochi mesi fa con Volodymyr Zelesnky nello Studio Ovale. Sulla pista dell'aeroporto un tappeto rosso per lo zar e lo stesso Trump che lo ha applaudito, gli ha stretto la mano e poi, con una mossa senza precedenti, lo ha accolto sulla sua limousine presidenziale, “The Beast”, per percorrere il breve tragitto dalla base militare al luogo ufficiale dell'incontro. Dieci minuti di vero faccia a faccia in cui i due leader sono stati completamente da soli, senza neanche i traduttori.

Poi l’incontro ufficiale, che li ha visti accompagnati tutti e due da ristrette delegazioni, durato quasi tre ore. Al termine si sono presentati davanti a quella che doveva essere una conferenza stampa parlando entrambi di «progressi» e «accordi», ma senza fornire alcun dettaglio sul loro colloquio. E soprattutto senza prendere le domande dei giornalisti. Nessuno dei due dal palco ha citato mai la parola tregua, nonostante Trump prima di arrivare ad Anchorage aveva detto che avrebbe premuto per un cessate il fuoco immediato: «Non sarò contento se non sarà oggi», aveva spiegato. Putin ha parlato di incontro «costruttivo e utile», definendo la guerra in una Ucraina una «tragedia» e dicendosi d'accordo con Trump sul fatto che la «sicurezza dell'Ucraina debba essere garantita».

Lo zar - che rompendo il protocollo ha aperto la conferenza stampa nonostante non fosse il padrone di casa e ha parlato otto minuti, il doppio rispetto a Trump - ha fatto più volte riferimento ad «accordi» raggiunti ma senza entrare nel dettaglio: le intese decise «dovrebbero essere il punto di partenza», si è limitato a dire. Aggiungendo di augurarsi che l'Ucraina e l'Europa «non ostacolino gli sforzi di pace».

Il leader del Cremlino ha poi invitato Trump in Russia: «La prossima volta ci vediamo a Mosca», ha detto, mettendo così l'accento sui buoni rapporti con l'inquilino della Casa Bianca e, osservano gli esperti, sulla sua riabilitazione sul palcoscenico internazionale dopo essere stato accolto negli Stati Uniti. «Abbiamo avuto un incontro estremamente produttivo e molti punti sono stati concordati. Ne mancano solo pochi. Alcuni non sono così significativi, uno è probabilmente il più significativo, ma abbiamo ottime possibilità di arrivarci», la versione di Trump: «Informerò Zelensky e la Nato a breve».

Subito dopo l’incontro il presidente ha rilasciato un’intervista a Fox News: «Voglio che la gente smetta di morire in Ucraina» ma «ora spetta a Zelensky e agli europei», ha aggiunto, senza tuttavia precisare in che senso. «Putin ha parlato molto sinceramente del suo desiderio di mettere fine alla guerra in Ucraina» e «a Zelensky dico “fai un accordo"». Qui finalmente il cenno al trilaterale con Putin e Zelensky: « Avverrà molto presto ed entrambi vogliono che io partecipi, ci sarò».

Tra le prime reazioni internazionali quella ufficiale delle Nazioni Unite: «Abbiamo preso nota del summit di venerdì in Alaska tra il presidente Usa e quello della Federazione russa. Accogliamo con favore la continuazione del dialogo costruttivo tra Stati membri», ha affermato alla Tass il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric. L'Onu ribadisce l'appello ad un «immediato, pieno e incondizionato cessate il fuoco, come primo passo verso una pace giusta, globale e sostenibile in Ucraina, che rispetti pienamente la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale, entro i confini riconosciuti internazionalmente, in linea con la Carta delle Nazioni Uniti, il diritto internazionale e le risoluzioni Onu. Le Nazioni Unite sono pronte a sostenere tutti gli sforzi a tal fine».

(Unioneonline/D)

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