Carcere a vita per Taha Al-J, 29enne di origine irachena, finito sotto processo in Germania con l’accusa di aver procurato la morte per disidratazione di una bambina yazida di 5 anni, comprata come schiava, tenendola incatenata sotto il sole "in castigo” per ore.

I fatti risalgono al 2015, quando l’uomo – militante dell’Isis – si trovava a Falluja in Iraq, assieme alla ex moglie Jennifer W., la foreing fighter tedesca, già condannata per la stessa, tremenda accusa, lo scorso settembre, a dieci anni di carcere dal tribunale di Monaco. Una pena inferiore per la donna, perché la tortura mortale venne messa in atto dal 29enne, mentre a lei è stato contestato di essere rimasta a guardare senza fare nulla per salvare la piccola. 

La nuova sentenza è stata emessa a Francoforte. La giuria ha riconosciuto il 29enne colpevole di genocidio e di crimini di guerra.

Il presidente dei giudici, Christoph Koller, nell’emettere il verdetto, ha sottolineato che si tratta della prima sentenza di condanna al mondo per le persecuzioni e le violenze perpetrate da Daesh contro la minoranza yazida.

(Unioneonline/l.f.)

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