“Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30esimo compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. Arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto".

È il disperato appello del padre di Alessia Piperno, giovane italiana fermata in Iran. Lei "è una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli: si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni paese che ha visitato", le parole del padre, che ora si è rivolto alla Farnesina che sta seguendo il caso.  

La ragazza si troverebbe nel carcere di Evin a Teheran, lì sarebbe stata portata subito dopo il fermo e da quello stesso carcere avrebbe telefonato per chiedere aiuto.

Il viaggio in Iran di Alessia Piperno era uno dei tanti che la ragazza continuava a fare ormai da sette anni, da quando aveva deciso di diventare una travel blogger.

Una situazione molto preoccupante, visto anche il drammatico momento che il Paese sta vivendo con le proteste in piazza per la morte di Mahsa Amini sfociate in una terribile repressione.

Tre giorni fa Amnesty International aveva denunciato l’arresto di 9 stranieri considerati "complici” dei manifestanti, e aveva rivelato come fra questi ci fosse un italiano.

La giovane nell’ultimo post pubblicato nei giorni scorsi su Instagram aveva espresso la sua paura e preoccupazione per quanto stava accadendo in Iran, sottolineando però come al momento non riuscisse ad andarsene.

(Unioneonline/v.l.)

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