Sudcorea, il neopresidente Moon giura: "A Pyongyang a condizioni precise"
"Farò del mio meglio per portare la pace nella penisola coreana".
Lo ha detto subito Moon Jae-in, da ieri nuovo presidente della Corea del Sud dopo che il Paese è andato alle elezioni anticipate per l'impeachment dell'ex leader Park Geun-hye, accusata di corruzione e ora in carcere.
Moon, 64 anni, avvocato per i diritti umani, ha messo al centro del suo programma i colloqui con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un per risolvere "le attuali sfide alla sicurezza".
Si tratta della "sunshine policy", la politica della luce del sole, di dialogo con la Corea del Nord che, con i suoi ripetuti test nucleari, ha alzato alle stelle la tensione nella regione.
"Andrò a Pyongyang - ha detto oggi Moon, giurando all'Assemblea Nazionale a Seul - ma se vi saranno le giuste condizioni".
WASHINGTON: "ANSIOSI DI LAVORARE CON MOON" - Non appena il comitato elettorale ha confermato i risultati delle elezioni (il neopresidente ha ottenuto il 41% delle preferenze) sono arrivati anche gli auguri della Casa Bianca.
"Siamo ansiosi di lavorare con Moon - recita il comunicato - per continuare a rafforzare l'alleanza tra Stati Uniti e Corea e approfondire la duratura amicizia e alleanza tra i nostri due Paesi".