È di 15 morti e 38 feriti l’ultimo drammatico bilancio, che si aggiorna di ora in ora, della strage andata in scena ieri a Bondi Beach, la celebre spiaggia di Sydney, in Australia: almeno 50 colpi di fucile contro le famiglie riunite in riva al mare per celebrare la festività ebraica di Hanukkah, il festival delle luci dell'ebraismo. Una delle più gravi stragi d'odio antisemita al di fuori di Israele.

Due uomini, padre e figlio, hanno aperto il fuoco sulla folla: uno è stato ucciso, il giovane è gravemente ferito. A neutralizzarli l'intervento della polizia ma anche il coraggio di un passante che ha disarmato a mani nude uno degli attentatori. Prima, però, gli attentatori hanno fatto in tempo a seminare il terrore: tra le vittime ci sono anche il rabbino di Sydney Eli Schlanger, una bambina di 12 anni e un sopravvissuto all'Olocausto. Due agenti di polizia sono gravissimi.

Una carneficina, che poteva essere persino più grave: la polizia ha trovato rudimentali ordigni esplosivi su un veicolo nella zona dell'attacco.

Sajid Akram e il figlio Naveed, questo il nome dei due attentatori, hanno raccontato in famiglia che sarebbero andati a pescare. Invece hanno raggiunto un appartamento preso in affitto dove hanno trasferito il loro arsenale: diverse armi, acquistate legalmente, e alcuni ordigni rudimentali. Era il loro avamposto dal quale sono partiti per compiere la strage. 

Secondo quanto ricostruito, i due avevano giurato sottomissione all'Isis nel 2019, ma malgrado ciò Naveed aveva un regolare porto d'armi. «Uno di questi individui ci era noto, ma non in una prospettiva di minaccia immediata» ha fatto sapere l'intelligence di Canberra. Anche due donne sono state portate via dalla polizia. Le indagini proseguono.

«Un atto di malvagio antisemitismo che ha colpito al cuore la nazione - ha commentato intanto il primo ministro Anthony Albanese - Il male che si è scatenato a Bondi Beach è incomprensibile».

All'Australia e alla sua comunità ebraica è arrivata la solidarietà dei principali leader internazionali, insieme a quella della comunità musulmana australiana e dell'Autorità Palestinese. Israele però ha puntato il dito contro Canberra, 'colpevole' a suo dire di avere tra l'altro riconosciuto lo Stato Palestinese: il governo australiano «ha gettato benzina sul fuoco dell'antisemitismo - ha affermato il premier Benyamin Netanyahu - Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio».

LA RICOSTRUZIONE – La strage è avvenuta nel tardo pomeriggio. La festa 'Chanukah by the Sea' era iniziata alle 17 ora locale ad Archer Park, una spianata erbosa proprio a ridosso della spiaggia. La locandina dell'evento prometteva "spettacoli dal vivo, musica, giochi e divertimento per tutte le età". "Portate i vostri amici, portate la famiglia - si legge sui volantini - Riempiamo Bondi di gioia e di luce!". Ci sono circa mille persone alla festa. È domenica, anche la spiaggia è ancora piena di gente. Uno sparo, poi altri, poi altri ancora: sembrano non finire mai, riferiranno i testimoni. È il panico.

La prima telefonata al numero d'emergenza arriva alle 18,47. Alle spalle del parco c'è uno stradone, Campbell Parade, con un ponte pedonale rialzato: un punto di fuoco ideale per il prato della festa. È da qui che due uomini in maglietta nera caricano, mirano, sparano sulla gente coi loro fucili, poi ricaricano e sparano ancora. Uno dei due scende dal ponte imbracciando l'arma e riprende a far fuoco da lì. Un passante, Ahmed al Ahmed, 43 anni, trova il coraggio di sgusciare tra le macchine parcheggiate e salta addosso al terrorista, gli strappa il fucile di mano e glielo punta contro. «Un vero eroe - dirà più tardi il premier del Nuovo Galles del Sud Chris Minns - Molte persone questa notte sono vive grazie a lui».

Il terrorista ormai disarmato perde l'equilibrio, poi si rialza e torna verso il ponte dal complice, che nel frattempo vedendo l'altro in difficoltà spara contro Ahmed, ferendolo al braccio. Un video girato da un drone che volteggia sopra il ponte riprende poco dopo il criminale già a terra, privo di sensi. L'altro terrorista è ancora in piedi e continua a fare fuoco, da un lato del ponte e poi dall'altro, riparandosi dietro le spallette, ma gli agenti che avanzano sparando tra le auto ormai lo hanno accerchiato. Viene colpito anche lui, cade al suolo. È finita.

I bagnini aiutano a portare via i feriti sulle tavole da surf. Sulla spiaggia di Bondi, quando ormai è calato il sole, restano il suono delle sirene e il pianto di chi era andato al mare per partecipare a una festa e si è ritrovato, senza nessuna colpa, vittima di una mattanza.

(Unioneonline)

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