Primo contatto ufficiale e vis-a-vis tra gli Stati Uniti e i talebani dopo il ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan. 

Una delegazione Usa incontra oggi e domani a Doha, in Qatar, i rappresentanti dei talebani, come annunciato dal Dipartimento di Stato americano.

"Faremo pressione affinché i talebani rispettino i diritti di tutti gli afghani, comprese le donne e le ragazze, e formino un governo inclusivo con un ampio sostegno", ha affermato un portavoce del dipartimento Usa. "Poiché l'Afghanistan deve affrontare la possibilità di una grave recessione economica e di una crisi umanitaria, faremo pressioni anche affinché i talebani concedano alle agenzie umanitarie il libero accesso alle aree in difficoltà", ha aggiunto la fonte.

L'incontro di Doha non significa in alcun modo che gli Stati Uniti riconoscono il regime talebano in Afghanistan, ha tenuto a precisare il Dipartimento di Stato americano: "Continuiamo a dire chiaramente che tutta la legittimità deve essere guadagnata attraverso le azioni dei talebani", ha detto il portavoce.

Sul fronte diplomatico gli occhi sono puntati sui colloqui a Mosca del prossimo 20 ottobre, dove la Russia ha invitato anche la Cina, ma anche sull'iniziativa intrapresa della presidenza italiana del G20 per il vertice straordinario sull'Afghanistan convocato per il 12 ottobre. 

STRAGE A KUNDUZ – Il vertice di Doha arriva all’indomani dell’attentato suicida targato Isis che ha fatto strage tra i fedeli di una moschea sciita di Kunduz, nel nordest dell’Afghanistan. Un kamikaze imbottito di esplosivo - due secondo altre fonti - si è fatto esplodere all'interno della moschea, strapiena, Said Abad. Il bilancio provvisorio, destinato tragicamente a salire, è di almeno 80 morti e oltre 100 feriti, molti dei quali "in gravi condizioni".

All'interno della struttura, situata in un quartiere della comunità sciita degli Hazara, al momento dell'esplosione si trovavano "almeno 300 fedeli", hanno riportato i media locali. 

Domenica scorsa un altro attacco suicida aveva preso di mira a Kabul il funerale della madre del portavoce talebano, Zabihullah Mujaid. Anche in quell'occasione era arrivata la rivendicazione del ramo afghano dell'Isis, la “provincia del Khorasan”, che in questi anni ha più volte preso di mira la comunità Hazara, perseguitata e additata come "setta eretica" dagli estremisti islamici.

(Unioneonline/D)

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