Polveriera Libano: «Israele pronto ad operazioni di terra». Teheran valuta l’invio di truppe
Netanyahu rivendica l’omicidio di Nasrallah: «Era il motore centrale dell’asse del male dell’Iran»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Funzionari statunitensi hanno dichiarato ad Abc News che operazioni di terra «su scala ridotta» dell'esercito israeliano in territorio libanese «potrebbero essere iniziate al confine con il Libano, o potrebbero essere sul punto di iniziare» per eliminare le posizioni di Hezbollah.
Israele non sembra aver ancora deciso se lanciare un'operazione di terra, ma è pronto a farlo, hanno detto i funzionari, aggiungendo che se un'operazione di terra avrà luogo, la sua portata sarà probabilmente limitata.
La situazione in Medio Oriente si fa sempre più incandescente dopo l’omicidio del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato l’operazione: «Nasrallah era il terrorista, il motore centrale dell’asse del male dell’Iran. Lui e i suoi uomini erano gli artefici del piano per distruggere Israele. Non è stato solo attivato dall’Iran, molte volte è stato lui ad attivare l’Iran. Eliminarlo era una condizione essenziale per raggiungere gli obiettivi».
Teheran sta intanto valutando se inviare sue truppe in Libano. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha messo in guardia dalle «conseguenze pericolose» degli attacchi israeliani in Libano. «L'Onu non è riuscita a prendere misure efficaci contro Israele - ha detto incontrando il segretario dell'Onu Guterres e il presidente dell'Assemblea Philemon Young -. La continua ostruzione degli Stati Uniti, complici dei mali dei sionisti, nel Consiglio di sicurezza è illegale e vergognosa, volta a impedire qualsiasi pressione su Israele per fermare la sua aggressione a Gaza e in Libano».
Al termine della sua visita a New York il ministro iraniano ha affermato che «il regime israeliano non troverà mai pace e tranquillità, dopo le sue aggressioni a Gaza e in Libano e l'uccisione del leader di Hezbollah libanese, Hassan Nasrallah. Il regime non ha assolutamente futuro, poiché la sua distruzione ora sarà accelerata».
«Israele – ha aggiunto – è una grande minaccia per la regione e tutti i paesi della regione devono essere consapevoli che la situazione è molto grave e pericolosa». Teheran insomma giura vendetta ed evoca la possibilità di inviare truppe in Libano «per combattere contro Israele, proprio come nel 1981».
«Chiunque ci colpirà, lo colpiremo. Non c'è posto in Iran o in Medio Oriente che il lungo braccio di Israele non possa raggiungere, e oggi sapete già quanto ciò sia vero. Siamo determinati a continuare a colpire i nostri nemici», ha replicato Netanyahu.
Joe Biden dal canto suo ha dichiarato che l’uccisione di Nasrallah «è una forma di giustizia per le molte vittime di cui si è macchiato, anche americane». Ribadendo tuttavia che «è giunto il momento del cessate il fuoco».
Ma siamo di fronte a uno dei capitoli più drammatici della guerra scoppiata il 7 ottobre di un anno fa in Medio Oriente, e della stessa storia della regione. Perché Nasrallah era riuscito a catalizzare intorno alla sua figura - sfuggente - un enorme sostegno nell'intera regione, diventando un simbolo nei Paesi arabi. L'Iran e Hezbollah hanno perso la faccia davanti ai loro sostenitori. L'enorme arsenale del gruppo fondamentalista in Libano è stato finanziato dalla repubblica islamica, nei magazzini ci sono missili balistici che potrebbero colpire facilmente tutto il territorio israeliano.
In questo contesto in Libano ci sono milioni di sfollati, il ministro degli Esteri Antonio Tajani invita tutti i civili italiani a lasciare il Paese, quello stesso Paese in cui si trovano oltre mille militari della Brigata Sassari alla guida di una missione di pace.
E gli attacchi continuano. Ieri, con Nasrallah, sono stati assassinati anche il vice comandante della Forza Quds dei Pasdaran in Libano Abbas Nilforoushan , il numero 3 di Hezbollah Ali Karki, comandante delle unità in Libano meridionale, e altri alti ufficiali. Nella notte nuovi attacchi israeliani hanno provocato diverse vittime, anche tra i civili. L’esercito di Tel Aviv ha annunciato di aver ucciso Nabil Kawak, comandante dell'unità di sicurezza di Hezbollah e membro del Consiglio centrale esecutivo in un attacco nel quartiere meridionale di Beirut, baluardo dell'organizzazione sciita filoiraniana.
(Unioneonline/L)