Hamas ha detto sì alla nuova proposta di cessate il fuoco presentata dai mediatori al Cairo. «Hamas ha fornito la sua risposta ai mediatori, confermando che insieme alle fazioni ha accettato la nuova proposta senza richiedere emendamenti», ha dichiarato una fonte del movimento all’Afp. Un’altra fonte palestinese vicina ai negoziati ha spiegato che i mediatori «dovrebbero annunciare il raggiungimento di un accordo e fissare una data per la ripresa dei colloqui», aggiungendo che a Hamas e alle altre fazioni sono state fornite garanzie sull’attuazione dell’intesa, oltre all’impegno a riprendere i negoziati per arrivare a una soluzione permanente.

Per cercare di rompere l'impasse che ha messo in un angolo buio la diplomazia, mentre l'Idf si prepara all'invasione totale della Striscia, i mediatori di Qatar ed Egitto hanno proposto una tregua iniziale di 60 giorni, per poter avviare negoziati e il rilascio in due distinte tranche dei 49 rapiti israeliani, fra vivi e morti. Dieci ostaggi vivi e 18 morti liberi subito, se la controparte accetta. Ma dallo Stato ebraico è filtrato il gelo: «Vogliono tornare a discutere di un accordo perché temono che invaderemo Gaza City», ha rilevato il governo Netanyahu. Prima di dare la sua risposta, Hamas si è consultata con i propri leader e con le altre fazioni palestinesi, in particolare con la Jihad islamica, fa sapere una fonte del tavolo di mediazione egiziano, che ha spiegato che il nuovo schema costituisce è un abbozzo, «un accordo quadro per avviare negoziati per un cessate il fuoco permanente», nella cornice di una tregua di due mesi. Poi, i rimanenti ostaggi, 12 vivi e 9 morti, secondo le stime, verrebbero rilasciati in un secondo momento: «I prigionieri rimanenti verrebbero rilasciati in una seconda fase, seguita da negoziati immediati per un accordo più ampio» per la fine definitiva «della guerra e dell'aggressione» con garanzie internazionali, come rivela una fonte informata della Juihad islamica all'Afp.

La nuova proposta, simile a quella elaborata dall'inviato speciale statunitense Steve Witkoff, è stata consegnata da Egitto e Qatar a Israele, affermando che «la palla ora è nel campo israeliano». Eppure Netanyahu ha più volte insistito di non essere più interessato ad accordi parziali, affermando che accetterà di porre fine alla guerra solo se Hamas rilascerà tutti gli ostaggi contemporaneamente, si disarmerà e consentirà la smilitarizzazione di Gaza. 

(Unioneonline)

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