“La Russia è aperta al dialogo – ha detto – ma bisogna essere in due per ballare il tango". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a proposito di una eventuale ripresa dei negoziati sollecitata da più parti.

Azot, lo stabilimento chimico di Severodonetsk è sotto l’assedio dei russi che ormai hanno conquistato tutto il resto della città. Una situazione simile a quella dell’acciaieria Azovstal di Mariupol: nell’impianto bunker ci sono circa 800 persone tra militari e civili a cui i filorussi hanno intimato di “deporre le armi e arrendersi”, precisando che “non si accettano condizioni”.

Tiene banco ancora la vicenda della condanna a morte espressa dalla corte suprema della sedicente Repubblica Popolare del Donetsk nei confronti dei “mercenari” britannici Aiden Aslin, Shaun Pinner e del marocchino Saaudun Brahim, che combattevano per l'esercito ucraino, ma “possono chiedere la grazia”. Per l’Onu è un “crimine di guerra”.

Ma la reazione di Londra alla notizia è stata definita “isterica” dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Zakharova ha affermato che la Gran Bretagna dovrebbe appellarsi alla Repubblica Popolare di Donetsk (Dpr), riconosciuta a livello internazionale come parte dell'Ucraina. In precedenza, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha rifiutato di commentare i casi, affermando che sono appunto sotto la giurisdizione della Dpr.

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La giornata di ora in ora:

Onu: "Processi dei filorussi sono un crimine di guerra”

Le Nazioni Unite si dicono preoccupate per le condanne a morte inflitte dai separatisti filo-russi a due soldati britannici ed un soldato marocchino catturati dalle truppe russe mentre combattevano per l'Ucraina.

"Dal 2015, abbiamo osservato che la cosiddetta magistratura in queste sedicenti repubbliche non ha rispettato le garanzie essenziali di un processo equo, come le udienze pubbliche, l'indipendenza, l'imparzialità dei tribunali e il diritto a non essere obbligati a testimoniare. Tali processi contro i prigionieri di guerra costituiscono un crimine di guerra", ha detto la portavoce Onu Ravina Shamdasani.

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Nuovo scambio di prigionieri Mosca-Kiev, è l’11esimo

L'Ucraina e la Russia hanno effettuato un altro scambio di prigionieri, l'undicesimo di cui si ha conto dall'inizio del conflitto a febbraio, stando ad un governatore regionale ucraino. In un post su Telegram, citatodalla Bbc, il governatore di Mykolaiv, Vitaliy Kim, scrive che quattro prigionieri russi sono stati scambiati oggi con cinque ucraini.

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Il viceministro degli Esteri russo incontra l’ambasciatore Usa

Il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov ha incontrato oggi l'ambasciatore Usa a Mosca John Sullivan. Lo riferisce il ministero degli Esteri di Mosca citato dalle agenzie russe. "Le parti - fa sapere Mosca senza citare l'Ucraina - hanno discusso alcune questioni dell'agenda bilaterale".

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Francia pronta ad un’operazione per sbloccare il porto di Odessa

La Francia è "pronta a partecipare ad un'operazione" per "sbloccare il porto di Odessa", secondo una fonte dell'Eliseo.

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Filorussi ai militari di Azot: “Arrendetevi”

I circa 800 tra militari e civili rifugiati nello stabilimento chimico Azot, a Severodonetsk, hanno cercato contatti per avviare negoziati. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti, citando un rappresentante dei separatisti del Lugansk. "Ai militanti ucraini nascosti nello stabilimento Azot, è stato spiegato che devono deporre le armi e arrendersi, non si accettano altre condizioni", ha detto l'esponente filorusso.

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Mosca: “Condanne a morte? Non le abbiamo decise noi”

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito 'isterica' la reazione della Gran Bretagna alla condanna di Aiden Aslin e Shaun Pinner a Donetsk, controllata dai separatisti russi. Lo riporta il Guardian.

Su Telegram, Zakharova ha affermato che la Gran Bretagna dovrebbe appellarsi alla Repubblica Popolare di Donetsk (Dpr), riconosciuta a livello internazionale come parte dell'Ucraina.

In precedenza, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha rifiutato di commentare i casi, affermando che sono sotto la giurisdizione della Dpr.

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Negoziati, Lavrov: “Il tango si balla in due”

La Russia è aperta al dialogo, ma "bisogna essere in due per ballare il tango". Così il ministro

degli Esteri russo Serghei Lavrov, come riporta la Tass, rispetto alla via diplomatica come soluzione al conflitto in Ucraina.

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Lavrov: “Sanzioni ucraine non meritano una risposta”

Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha affermato che le sanzioni imposte dall'Ucraina contro 35 alti funzionari russi non meritano una risposta. Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Tass. "Non credo che questo meriti un qualche passo concreto da parte nostra", ha affermato Lavrov.

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Lavrov: “Su condanna a morte dei militari britannici decidono leggi del Dpr”

La decisione sui militari britannici e marocchino, condannati ieri a morte nel Donetsk, è presa "in base alle leggi del Dpr (la sedicente Repubblica Popolare del Donetsk, ndr)" e non si deve interferire "con il sistema giudiziario della Repubblica". Lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, che ha esortato "a non speculare sull'argomento della condanna ai mercenari stranieri condannati nel Dpr".

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Kiev: “La Russia colpisce depositi grano a Mykolaiv”

Il sindaco di Mykolaiv, Oleksandr Senkevych, denuncia che la città portuale meridionale continua a essere bombardata quotidianamente dall'artiglieria russa da tutte le direzioni e che un porto privato della città, che è uno dei più grandi porti di grano in Ucraina, è stato colpito. Il distretto è stato danneggiato, con quattro siti di stoccaggio bruciati e tutto il grano all'interno perso.

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Kiev: esercito russo cerca punti deboli della difesa nell'Est

L'esercito russo sta cercando punti deboli nelle difese ucraine vicino al fiume Siverskyi Donets, nella parte orientale del Paese, le unità di Mosca non hanno abbandonato i tentativi di lanciare operazioni di assalto nell'area: così il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Motuzyanyk, riportato dal Guardian.

"L'obiettivo strategico della Russia è la completa distruzione dell'Ucraina. Non ci lasceranno vivere in pace. La Federazione Russa vuole distruggere completamente lo Stato ucraino e installare qui un governo che possa controllare", ha affermato Motuzyanyk.

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Zelensky: “Severodonetsk è ancora in piedi”

"Severodonetsk, Lysychansk e altre città del Donbass, che gli occupanti considerano ora gli obiettivi primari, sono ancora in piedi". Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riporta la Bbc, affermando che le truppe ucraine sono state nuovamente attaccate nella principale città del Lugansk.

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“Mosca vuole il controllo di Lugansk entro il 12 giugno”

Le truppe russe stanno cercando di stabilire il pieno controllo sulla regione di Lugansk entro il 12 giugno, data della celebrazione del Giorno della Russia: lo afferma il capo dell'Amministrazione militare regionale, Sergiy Gaidai, su Facebook. Gaidai ha anche riferito che i combattimenti stanno continuando nella città dell'Ucraina orientale di Severodonetsk e negli insediamenti di Hirske e Popasna: "Severodonetsk regge, ma i russi stanno distruggendo tutto. Il mondo russo è un deserto. Il nemico sta cercando di raggiungere questo obiettivo", ha scritto Gaidai.

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Rischio epidemia di colera a Mariupol, casi già segnalati

"I servizi medici a Mariupol sono probabilmente vicini al collasso: da maggio sono stati segnalati casi isolati di colera, una grave epidemia aggraverà ulteriormente la situazione". Lo scrive l'intelligence del ministero della Difesa britannico in un tweet sull'aggiornamento quotidiano della situazione in Ucraina, aggiungendo che a Severodonetsk "la Russia ha di nuovo il controllo della maggior parte della città, ma le sue forze hanno fatto pochi progressi nei tentativi di accerchiare l'area più ampia da Nord e da Sud". Secondo il report, la Russia sta lavorando per fornire i servizi pubblici di base alla popolazione nei territori occupati, ma l'accesso all'acqua potabile è stato incostante, mentre continuano le gravi interruzioni dei servizi telefonici e di internet. Secondo l'intelligence di Londra, inoltre, è probabile che a Kherson vi sia una carenza critica di medicinali.

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Kiev, “perdiamo in prima linea, dipendiamo da armi Occidente”

Il vice capo dell'intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky ha dichiarato che l'Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall'Occidente per tenere a bada la Russia: "Questa è ormai una guerra di artiglieria. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l'Occidente ci dà", ha detto al Guardian.

(Unioneonline)

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