Massima prudenza della Nato e degli Stati Uniti d’America sul razzo che ha colpito ieri un villaggio nella Polonia orientale uccidendo due persone.

Il mondo ha tremato per qualche ora, ma in attesa che un’indagine approfondita chiarisca l’origine del missile, è per il momento scongiurata l’attivazione dell’articolo 5 della Nato che porterebbe inevitabilmente a una drammatica estensione del conflitto.

Joe Biden, dopo l’incontro d’emergenza a Bali con gli alleati, ha detto che è «improbabile» che il missile caduto in Polonia sia partito dalla Russia: «Questo – ha precisato – è dovuto all’analisi della traiettoria ma non voglio dire che si sia già completata una vera indagine sull’accaduto».

Di più, il Presidente Usa ai leader del G7 ha detto che secondo alcune indicazioni a colpire la Polonia orientale potrebbe essere stato un missile antiaereo proveniente dall’Ucraina, per la precisione un missile del sistema S-300.

E lo stesso segretario generale della Nato Jens Stoltenberg afferma: «Gli esiti preliminari delle indagini dicono che l’incidente è stato provocato da un missile ucraino di difesa anti-aerea», pur sottolineando che Kiev «non ha colpe» e che l’incidente è comunque una conseguenza «degli attacchi russi». Dello stesso avviso la premier italiana Giorgia Meloni.

Detto ciò, «non c’è prova di un attacco deliberato all’Ucraina» e dunque non c’è motivo di attivare l’articolo 5 del Patto Atlantico. La Nato esclude anche la no fly zone in Ucraina: «Non siamo parte attiva del conflitto, ma provvediamo al sostegno di Kiev, che ha il diritto di difendersi dall’aggressione».

«ASPETTARE LE INDAGINI»

Anche Erdogan invoca prudenza: «Non dobbiamo insistere sul fatto che il missile sia stato lanciato dalla Russia, sarebbe una provocazione», ha detto a Bali, ricordando le parola di Mosca che dice di «non avere nulla a che fare» ed evocando la possibilità di un «errore tecnico».

«Dobbiamo portare il prima possibile Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati, la pace può arrivare solo dal dialogo, ci stiamo impegnando per questo, appena torno sarò al telefono con Putin», ha aggiunto il presidente turco.

Anche la Francia ha sollecitato «massima cautela», sottolineando che «identificare il tipo di missile non identificherà necessariamente chi c’è dietro». Dello stesso avviso il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier britannico Rishi Sunak, che sottolineano la necessità di attendere i risultati dell’inchiesta.

DUDA: «NON CI SONO PROVE»

In Polonia è stato allertato l'esercito ma lo stesso presidente Andrzej Duda ha detto che «non ci sono prove inequivocabili» su chi ha sparato il missile, sulla cui origine è stata aperta un’indagine. E Varsavia per ora non ha invocato neanche l’articolo 4 della Nato, che prevede che «le parti si consultino ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, siano minacciate l’integrità, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti».

MOSCA: «KIEV VUOLE PROVOCARE UNO SCONTRO CON LA NATO»

Mosca dal canto suo sottolinea positivamente la «reazione misurata» di Washington, ma va all’attacco: le notizie circolate ieri sera, ha affermato  il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmtry Polyansky, sono state un tentativo di «provocare uno scontro militare diretto tra la Nato e la Russia, con conseguenze per l’intero pianeta». Si tratta, ha aggiunto Polyansky, di una «provocazione del regime di Kiev».

NATO E G7 CONDANNANO GLI ATTACCHI RUSSI

I leader del G7 e della Nato hanno comunque condannato i «barbari attacchi missilistici che la Russia ha perpetrato martedì su città e infrastrutture civili ucraine», ribadendo il «fermo sostegno all’Ucraina di fronte alla continua aggressione russa».

«Abbiamo discusso – si legge nel comunicato – dell’esplosione avvenuta in Polonia, offriamo il nostro pieno sostegno e assistenza alle indagini in corso e rimaniamo in stretto contatto per determinare i passi successivi man mano che le indagini procedono».

KIEV INSISTE: «SONO STATI I RUSSI»

Ma Kiev non demorde. «L’attacco missilistico in Polonia è un autentico messaggio della Russia al G20, tra di voi c’è uno Stato terrorista», ha tuonato il presidente Zelensky in un discorso video trasmesso al G20 di Bali, a cui ha partecipato anche la stessa Russia rappresentata dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov.

L’Ucraina chiede inoltre «l’accesso immediato» al luogo in cui è caduto il missile.«Siamo favorevoli a uno studio congiunto dell'incidente. Siamo pronti a consegnare le prove che abbiamo della pista russa. L'Ucraina chiede che venga concesso immediatamente l'accesso al sito dell'esplosione ai rappresentanti del ministero della Difesa e del servizio di guardia di frontiera statale», afferma Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza.

COLPITA AZIENDA ITALO-POLACCA

L'azienda agricola colpita ieri dal missile caduto a Przewodow appartiene a una società italo-polacca. I due uomini morti a seguito dell'esplosione, di 50 e 60 anni, erano dipendenti della stessa azienda Agricom. La società opera sul luogo dagli anni Novanta e gestisce 800 ettari coltivati soprattutto a grano e mais.

(Unioneonline/L)

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