Hanno parlato "per circa un'ora" e la telefonata "è stata molto positiva".

Sembrano essere più distesi i rapporti tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo messicano Enrique Peña Nieto dopo l'annuncio della costruzione di un muro al confine tra Usa e Messico a spese dei messicani e l'annuncio del tycoon di istituire una tassa del 20% sui prodotti messicani importati negli Stati Uniti.

"Adoro il popolo messicano", ha detto Trump, "ed ho buoni rapporti con il Messico anche se in passato ci hanno fatto sembrare degli scemi" ha detto in conferenza stampa.

In realtà le divergenze sul muro fra Trump e Peña Nieto restano ma i due leader hanno accettato di "lavorare su queste differenze", chiarisce una nota della Casa Bianca spiegando che "riguardo al pagamento del muro alla frontiera, i due presidenti hanno riconosciuto le loro chiare e molto pubbliche differenze di opinione in questo tema così sensibile". È per questo, prosegue il testo, che i due capi di Stato hanno convenuto di "risolvere queste divergenze nell'ambito di una discussione integrale sui rapporti bilaterali" e dunque di "non parlare più in pubblico di questo tema controverso".

In conferenza stampa il presidente Trump aveva detto che "il Messico ci ha spremuto" in materia commerciale per colpa del Trattato di libero scambio dell'America del Nord (Nafta), ha ribadito Trump sottolineando che, per colpa dei governi precedenti di Washington, il deficit commerciale degli Stati Uniti con il Messico è di 60 miliardi di dollari. Tuttavia, Trump non ha fatto riferimento, nel suo intervento, al reale oggetto della polemica con il Messico, la "costruzione immediata" di un muro sul confine meridionale degli Stati Uniti.
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