Alcune delle forze russe schierate per esercitazioni militari alla frontiera ucraina stanno rientrando alle loro basi. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca citato dalla Tass.

"Mentre le misure di addestramento al combattimento si avvicinano alla conclusione, le truppe, come sempre avviene, effettueranno marce combinate alle proprie basi permanenti", aggiunge Mosca.

Notizia poi confermata dal ministro degli Esteri Lavrov, che precisa: “Il ritiro era pianificato, non dipende dall’isteri occidentale”. Lavrov ha detto inoltre che le notizie diffuse su un’imminente invasione sono “terrorismo mediatico” e che la decisione degli Usa di evacuare i diplomatici da Kiev è “un’isteria esibizionista e senza senso”.

Il ministro ha poi aggiunto che Usa e Nato “hanno dato risposta positiva ad alcune delle iniziative russe sulla sicurezza che erano state respinte per lungo tempo”. “L’Occidente alla fine ha risposto – le sue parole – quando si è reso conto che stiamo discutendo seriamente la necessità di cambiamenti radicali nel campo della sicurezza”.

“La data del 15 febbraio del 2022 – affermato invece la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova - entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell'Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo”. Il riferimento è all’inizio del ritiro delle truppe mentre gli Stati Uniti avevano annunciato un attacco per domani, 16 febbraio.

Putin invece “scherza” sugli allarmi Usa, afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Paskov: “Ci

chiede di controllare se hanno pubblicato l'ora esatta in cui comincerà la guerra”. 

Segnali di distensione dunque, confermati anche da Kiev: “Insieme ai nostri partner occidentali siamo riusciti a impedire ogni nuova escalation da parte della Russia”, ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.

Ma non basta: c’è ancora ottimismo, ma è molto cauto. “Non ci sono segnali sul terreno che la Russia stia riducendo le truppe ai confini”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg pur riconoscendo che “ci sono segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo è materia per un cauto ottimismo”.

“Per considerare dalla parte russa una seria de-escalation della situazione, la Nato vuole vedere il ritiro dei mezzi pesanti e dell'equipaggiamento militare nelle zone limitrofe all'Ucraina e non solo quello degli uomini”, ha aggiunto Stoltenberg.

Lo stesso ministro degli Esteri ucraino, pur apprezzando i segnali di distensione, mette in guardia: “Abbiamo una regola, non credete a quello che sentite, credete a quello che vedete. Chiediamo il ritiro completo delle truppe russe, quando lo vedremo crederemo in una de-escalation”.

Anche un esperto, il direttore del sito investigativo Bellingcat Christo Grozev, afferma che “finora non vediamo prove di un ritiro delle truppe al confine con l’Ucraina”. 

"Questo – aggiunge – potrebbe cambiare nelle prossime ore o nei prossimi giorni, ma per il momento i dati aggregati dei nostri colleghi di CITeam mostrano che vari convogli che si stavano muovendo verso il confine ucraino si stanno ancora muovendo nella stessa direzione”.

(Unioneonline/L)



 

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