Una donna californiana ha confessato di aver ucciso i suoi figli per tenerli lontani dal padre e per proteggerli da ulteriori abusi.

"Li ho annegati.... l'ho fatto dolcemente, li ho abbracciati e baciati e mi sono scusata per tutto il tempo", ha rivelato la 30enne Liliana Carrillo.

La donna, parlando con la KGET-TV dal Lerdo Pre-Trial Facility, nella contea di Kern, ha poi aggiunto: "Vorrei che i miei figli fossero vivi, sì. Ma preferisco che non vengano torturati e abusati regolarmente per il resto della loro vita".

Carrillo e l'ex compagno e padre dei tre bimbi, Erik Denton, stavano combattendo una dura battaglia per la custodia di Joanna, 3 anni, Terry, 2 anni, e Sierra, 6 mesi. Denton, nei documenti depositati in tribunale ha detto che la donna era sempre più pazza, e che i bambini non erano al sicuro con lei.

Ha aggiunto che soffriva anche di depressione post-parto dalla nascita dell'ultima bimba, e che ha iniziato una terapia ma poi l'ha abbandonata e si è curata con la marijuana.

Sui social la donna aveva minacciato di uccidersi, scrivendo post come "vorrei non aver mai avuto figli".

Carrillo credeva anche di essere "l'unica responsabile" della pandemia di Covid-19 e pensava che la piccola città californiana di Porterville - dove la famiglia aveva vissuto fino alla fine di febbraio - fosse la sede di un "gigantesco giro di traffico sessuale".

Lei invece ha ammesso di soffrire da tutta la vita di depressione, ansia e sindrome da stress post traumatico, ma ha sostenuto (pare senza prove) che i due figli più grandi avevano mostrato segni di abusi.

I tre bambini sono stati trovati morti sabato dalla nonna materna nel suo appartamento nel quartiere Reseda di Los Angeles, mentre Carrillo è stata arrestata più tardi nella contea di Tulare, a 322 chilometri di distanza.

(Unioneonline/F)
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