Libano, ancora spari israeliani contro l’Onu: «Ferito un altro casco blu»
Un caterpillar Idf colpisce il perimetro della missione Unifil cui partecipano anche i Sassarini. Italia, Francia e Spagna: «Grave violazione»(Ansa)
Le basi della missione Unifil nel sud del Libano – cui partecipa un migliaio di soldati italiani, compresi i militari della Brigata Sassari – sono state nuovamente prese di mira da Israele, con un altro casco blu ferito: è il quinto in due giorni.
«Ieri sera, un peacekeeper presso il quartier generale dell'Unifil» a Naqura «è stato colpito da colpi di arma da fuoco a causa di attività militari in corso nelle vicinanze... Non conosciamo ancora l'origine del colpo», si legge in una nota in cui si precisa inoltre che le condizioni del peacekeeper sono «stabili». Secondo quanto si apprende da fonti qualificate della sicurezza, si tratterebbe di un militare indonesiano, la stessa nazionalità dei due colpiti e rimasti feriti due giorni fa quando un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione, sempre nella stessa base.
«Diversi muri nella nostra posizione Onu sono caduti quando un caterpillar Idf ha colpito il perimetro», hanno riferito fonti italiane. «Molti danni», ha detto il portavoce dei Caschi Blu Andrea Tenenti. «Proprio ieri sera, sulla posizione delle forze di peacekeeping ghanesi, appena fuori, l'esplosione è stata così forte che ha distrutto alcuni dei container all'interno in modo molto grave». Lavorare è «molto difficile perché ci sono molti danni, anche all'interno delle basi», ha aggiunto.
Due villaggi attaccati, altri 9 morti
Anche oggi intanto ci sono stati attacchi israeliani su suolo libanese: secondo il ministero della Sanità libanese sono stati attaccati due villaggi, uno a nord di Beirut e l'altro a sud della capitale, e sono rimaste uccise almeno nove persone. In un «attacco nemico israeliano a Maaysra», un villaggio a maggioranza islamica sciita in un'area montuosa a maggioranza cristiana a nord di Beirut, sono morte «cinque persone e altre 14 sono rimaste ferite», ha precisato il ministero in una nota, aggiungendo che altre «quattro persone sono state uccise e altre 14 ferite» in un altro «attacco nemico israeliano» su Barja, nel distretto di Shouf, a sud della capitale.
Il summit Med9
Una situazione che sta preoccupando la comunità internazionale e in particolare i Paesi impegnati sul campo, a cominciare, come detto dall’Italia.
Ieri – a margine del summit Med9 - la premier Giorgia Meloni ha firmato una dichiarazione congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron e con il premier spagnolo Pedro Sanchez: «Contiamo sull'impegno di Israele per la sicurezza delle missioni Onu e bilaterali di mantenimento della pace in Libano, nonché delle organizzazioni internazionali attive nella regione», si legge nella nota dei tre leader.
Meloni, Macron e Sanchez hanno al contempo espresso «condanna e indignazione», sottolineando che gli attacchi «costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1701 e del diritto internazionale umanitario. Questi attacchi – conclude la nota congiunta – sono ingiustificabili e dovranno finire immediatamente».
In arrivo anche una dichiarazione europea di condanna: le trattative «sono in corso» ma non sono ancora «completi» i «tentativi» per arrivare a uno statement a 27, dichiarano fonti all’Ansa. In vista poi del Consiglio Europeo della prossima settimana proseguono i negoziati sulle conclusioni. «Le discussioni rimangono complicate, con la maggior parte degli Stati membri che chiede un linguaggio forte sulla situazione attuale, in particolare sugli attacchi contro l'Unifil e le violazioni del diritto umanitario internazionale, mentre alcuni (pochi) Stati membri vogliono avere un linguaggio più morbido», spiega un diplomatico.
(Unioneonline)