Italia, Francia, Spagna e Usa a Israele: «Basta con gli attacchi alle basi Unifil in Libano»
Giorgia Meloni al summit di Pafo con Macron e Sanchez, che chiedono l’embargo sulla vendita di armi a Tel Aviv. Interviene anche BidenPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Basta poco in Medio Oriente perché il conflitto regionale assuma una dimensione ancora più spaventosa. I timori sono stati condivisi al summit del Med9 di Pafo, dove Giorgia Meloni ha fatto asse con Emmanuel Macron e Pedro Sanchez per condannare gli attacchi dell'esercito israeliano alle truppe Unifil in Libano. «È inaccettabile e non deve più ripetersi», l'avvertimento lanciato all'unisono dai leader di Italia, Francia e Spagna, e scritto nero su bianco in una dichiarazione congiunta.
Per mettere ulteriore pressione a Israele non sono escluse telefonate ai massimi livelli con Benjamin Netanyahu nelle prossime ore. Intanto da parte del presidente francese e dal primo ministro spagnolo arriva un altro avvertimento: «Bisogna cessare la vendita di armi a Israele, unica leva per mettere fine ai conflitti». Alle loro voci si aggiunge quella del presidente americano n carica, Joe Biden: «Israele non deve più colpire del forze dell'Onu in Libano», ha detto laconicamente.
Finora però a nulla sono valsi l'indignazione e i richiami dell'Onu e dell'Italia: Israele oggi ha attaccato «per la seconda volta in 48 ore» postazioni dell'Unifil nel Libano del sud, aprendo il fuoco contro un posto di osservazione del quartier generale di Naqura e ferendo altri due caschi blu, stavolta cingalesi, di cui uno versa in gravi condizioni.
A Labbouneh, invece, più a ridosso della Linea Blu al confine tra i due Paesi, è crollato un tratto del muro di demarcazione della base 1-31, presidiata da militari italiani, che agiscono sotto il comando della Brigata Sassari, e già colpita dagli spari dei tank dell'Idf il giorno prima. Secondo la ricostruzione fornita dall'Unifil, «diversi T-wall della nostra posizione 1-31 sono caduti quando un bulldozer dell'Idf ha colpito il perimetro e i carri armati dell'esercito israeliano si sono mossi in prossimità della posizione Onu».
«I nostri peacekeeper sono rimasti sul posto», ha aggiunto la missione in un comunicato, annunciando di aver inviato in loco anche «una forza di reazione rapida dell'Unifil per assistere e rinforzare la posizione».
Non si è trattato di un «ulteriore attacco» alle basi italiane, ha tuttavia precisato il ministero della Difesa, spiegando che su quella postazione «sono in corso lavori di ripristino dei manufatti» danneggiati «nei giorni scorsi» e che le operazioni «sono state pianificate e vengono eseguite» in «coordinamento tra le unità italiane di Unifil, le Forze armate libanesi e le Forze di difesa israeliane». Israele assicura di voler fare luce sugli attacchi alla forza Onu e di aver avviato «un'indagine approfondita al più alto livello».
(Unioneonline/E.Fr.)