Spari a basi Unifil della Brigata Sassari, Crosetto: «Non è stato un errore». L’Idf: «Ordinato di ripararsi, poi aperto il fuoco»
Preso di mira anche l'ingresso del bunker dove sono rifugiati i militari: «Azione ripetuta e deliberata». L’ambasciatore: «Spostatevi di 5 km»Fuoco israeliano su tre basi della missione Unifil schierata nel sud del Libano, dove la guida del contingente italiano è affidata alla Brigata Sassari. Due basi sono italiane e la terza è il quartier generale della missione, a Naqoura.
Israele ha sparato «ripetutamente» e «deliberatamente», ha detto Andrea Tenenti, portavoce della missione delle Nazioni Unite presente a ridosso della linea di demarcazione con Israele e di cui fanno parte 1200 militari italiani prevalentemente sardi.
Secondo la ricostruzione, prima è stato colpito il punto di osservazione n.12 della base Onu di Naqura, all'estremo sud del Libano, quello più avanzato e vicino alla linea di demarcazione con Israele. La torretta, presidiata da caschi blu indonesiani, è stata colpita «deliberatamente» dall'esercito israeliano, i cui carri armati Merkava si sono attestati sul crinale della vicina collina di Labbune, lì dove è infuriata per tutta la mattina una battaglia con i soldati di Hezbollah.
«Ero sotto la torretta. C'è stato un primo colpo che ci ha sfiorato. E poi quello che ha preso in pieno il posto di osservazione», ha raccontato all'ANSA un casco blu di Unifil. Un missile, sparato da un tank, avrebbe abbattuto la torretta di osservazione. Due militari indonesiani, che erano all'interno della torretta sono stati sbalzati all'esterno e sono caduti nel vuoto. «Sono feriti ma non gravi», afferma Tenenti.
Contemporaneamente altri militari dello Stato ebraico hanno seminato il panico nella posizione 1-31 di Unifil, gestita dal contingente italiano, proprio a ridosso della collina di Labbune. «I soldati dell'esercito israeliano - afferma Tenenti - hanno sparato contro la posizione 1-31, colpendo l'ingresso del bunker dove i caschi blu si stavano rifugiando». In questo altro attacco sono stati danneggiati «veicoli e un sistema di comunicazione». Poco prima era «stato osservato un drone dell'esercito israeliano volare all'interno della posizione Onu fino all'ingresso del bunker», ha detto Tenenti. «In questo momento l'unica cosa che possiamo fare è proteggerci», hanno commentato fonti militari italiane in Libano. «Quando gli spari nella base sono arrivati eravamo nei bunker. Restiamo nelle nostre basi a fare il nostro dovere, nel perimetro della nostra sicurezza, fin quando ci sarà consentito dall'Onu e dalla Difesa», hanno aggiunto.
«Qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza», fanno sapere da Unifil, «stiamo monitorando queste questioni con l'Idf», ossia con l'esercito israeliano.
Crosetto: «Episodi intollerabili»
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato l'ambasciatore di Tel Aviv a Roma: «Questi incidenti sono intollerabili – ha tuonato - devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l'ambasciatore di Israele in Italia. Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l'inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell'Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il governo italiano, affinché i peacekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell'intera regione».
«Gli atti avvenuti non hanno una motivazione militare. Aspettiamo la risposta per capire cosa abbia portato a fare ciò che è avvenuto. Non sono colpi partiti per errore», ha aggiunto in conferenza stampa a Palazzo Chigi: «Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra, si tratta di gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale, non giustificate da alcuna ragione militare». E ancora: «Non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. Ho detto all'ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l'Italia non possono prendere ordini dal governo israeliano».
Israele: «Ordinato di mettersi al riparo»
La risposta israeliana è arrivata in serata: «Stamattina, le truppe dell'Idf hanno operato nell'area di Naqura, accanto a una base Unifil. Di conseguenza, l'Idf ha ordinato alle forze Onu nell'area di rimanere in spazi protetti, dopodiché ha aperto il fuoco nell'area». Lo scrive l'esercito israeliano sui social. L'Idf spiega che «Hezbollah opera all'interno e in prossimità di aree civili nel Libano meridionale, comprese le aree vicine alle postazioni Unifil». E aggiunge di «mantenere comunicazioni di routine con Unifil».
Nel pomeriggio era arrivata la richiesta di spostarsi di 5 chilometri verso nord da parte dell'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon: «La nostra raccomandazione è che l'Unifil si sposti di 5 km (3 miglia) a nord per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e mentre la situazione lungo la Linea Blu rimane instabile a causa dell'aggressione di Hezbollah», afferma Danon in una dichiarazione.
Meloni: «Vicinanza ai militari italiani»
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un colloquio con il comandante del Settore Ovest della missione Unifil, Generale Messina, ha ricevuto un aggiornamento sulla missione e sulla situazione del nostro contingente impegnato in Libano. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi. Meloni è in costante contatto con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e della Difesa, Guido Crosetto, e ha espresso la forte vicinanza, sua personale e del governo, ai nostri militari attualmente impegnati in Libano nell'ambito della missione Onu e di quella bilaterale Mibil.
Il governo italiano, si legge ancora nella nota, ha formalmente protestato con le autorità israeliane e «ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile».
(Unioneonline)