L'attacco da parte degli Usa alla base aerea siriana, che ha provocato anche diverse vittime tra i militari di Bashar al Assad, ha scatenato diverse reazioni delle diplomazie del mondo.

A cominciare da Israele, che ha applaudito apertamente all'azione messa in campo dal Pentagono, parlando di un messaggio "forte e chiaro" sull'uso delle armi chimiche (il riferimento è al bombardamento avvenuto a Idlib qualche giorno fa). "La diffusione di armi chimiche non sarà più tollerata", ha affermato il premier Benjamin Netanyahu. "Israele supporta a pieno la decisione del presidente Trump". La speranza, ha aggiunto, è che questa mossa contro Assad "risuoni non solo a Damasco ma anche a Teheran, Pyongyang, ovunque".

LONDRA E AUSTRALIA - Dello stesso tono, le note in arrivo da Londra: "Il governo britannico appoggia pienamente l'azione americana, che considera una risposta appropriata al barbaro attacco con armi chimiche sferrato dal regime siriano e cheaveva l'obiettivo di evitare ulteriori attacchi", ha detto un portavoce di Downing Street.

Anche l'Australia si schiera con The Donald, parlando di un "forte appoggio" all'attacco militare

americano contro la base siriana di Shayrat", espresso oggi dal premier australiano Malcolm Turnbul. Il quale l'ha definita "una risposta calibrata, mirata e proporzionata allo scioccante crimine di guerra compiuto dal regime siriano".

GENTILONI - Per il premier italiano Paolo Gentiloni "l'attacco di questa notte messo in atto dall'esercito americano è una risposta a quello che non può che essere giudicato un crimine di guerra. Secondo Gentiloni, Assad "è responsabile" di una manovra di guerra "vietata dalle convenzioni internazionali che non può essere circondata dall'indifferenza". E chi fa uso delle armi chimiche "non può contare su attenuanti o mistificazioni".

In questo caso in particolare - ha detto ancora - "l'Italia è sempre stata convinta che la soluzione vada ricercata nel negoziato sotto l'egida delle Nazioni Unite.

"L'azione di questa notte penso che debba non ostacolare, ma accelerare il negoziato".

FRANCIA E GERMANIA - "Assad è l'unico responsabile, il suo continuo ricorso alle armi chimiche e a stragi di massa non può restare impunito", è la dichiarazione congiunta di Francois Hollande e Angela Merkel. "Un intervento come quello di stanotte - prosegue la nota congiunta dei due leader - è quello che la Francia aveva chiesto nel 2013 all'indomani dell'attacco chimico a Ghouta". Dal ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault arriva invece un appello alla Russia: "Non vogliamo un'escalation militare, la Russia dovrebbe agire in buona fede, fermarsi e negoziare".

PLAUSO DELLA TURCHIA - Ankara giudica positivamente l'attacco, così come dovrebbe fare - dice il vice primo ministro turco, Numan Kurtulmus - la comunità internazionale, che dovrebbe sostenere questa presa di posizione contro la "barbarie" del governo siriano. "Il governo di Assad deve essere punito fino in fondo a livello internazionale e il processo di pace in Siria deve essere accelerato".

APPOGGIO DELL'ARABIA SAUDITA - Anche l'Arabia Saudita dà il suo "pieno appoggio" all'attacco statunitense lanciato nella notte contro la base aerea dell'esercito di Assad. Lo ha dichiarato una fonte del ministero degli Esteri di Riad, citata dall'agenzia di stampa ufficiale Spa.
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