Hamas intende mantenere il controllo della sicurezza nella Striscia di Gaza e, per il momento, esclude l’ipotesi di un disarmo. Lo ha affermato in un’intervista a Reuters Mohammed Nazzal, membro del politburo del movimento, parlando da Doha, in Qatar, dove risiedono i vertici di Hamas. Secondo Reuters, le dichiarazioni di Nazzal mettono in luce le difficoltà che gli Stati Uniti incontrano nel tentativo di porre fine al conflitto e i principali ostacoli che rallentano gli sforzi verso una cessazione definitiva delle ostilità.

Nazzal ha affermato che Hamas è pronto a un cessate il fuoco fino a cinque anni per consentire la ricostruzione della devastata Striscia di Gaza, con garanzie su ciò che accadrà successivamente, a condizione che ai palestinesi vengano dati «orizzonti e speranza» per la creazione di uno Stato. Alla domanda se Hamas intenda rinunciare alle armi, Nazzal ha risposto: «Non posso dire sì o no. Francamente, dipende dalla natura del progetto. Il progetto di disarmo di cui si parla, cosa significa? A chi verranno consegnate le armi?». Ha aggiunto che le questioni legate al disarmo riguardano non solo Hamas ma anche altri gruppi armati palestinesi e richiedono una posizione unitaria da parte di tutti i palestinesi.

Reuters ricorda che Hamas, il 4 ottobre, ha accettato di rilasciare gli ostaggi e di affidare la gestione della Striscia a un comitato di tecnici, ma ha sottolineato che «altre questioni dovevano essere affrontate in un quadro palestinese più ampio». 

Nazzal ha poi giustificato le esecuzioni avvenute recentemente a Gaza, definendole «misure eccezionali» adottate in tempo di guerra e precisando che le persone giustiziate erano criminali «colpevoli di omicidio».

Ha infine chiarito che Hamas non ha alcun interesse a trattenere i corpi degli ostaggi israeliani deceduti, spiegando che la difficoltà riguarda il loro recupero e che, se necessario, attori internazionali come Turchia o Stati Uniti potrebbero assistere nelle ricerche.


(Unioneonline)

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