Porto Torres, il Consorzio industriale boccia lo scarico a mare chiesto da Eni Rewind
L’ente chiede di completare la caratterizzazione ambientale del porto per valutare l’impatto dei refluiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È negativo il parere espresso dal Consorzio industriale provinciale di Sassari in merito alla richiesta di Eni Rewind S.p.a. di attivare un nuovo scarico a mare nel porto industriale di Porto Torres. Una posizione decisa nell’ambito della Conferenza di Servizi relativa al riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della società. «A nostro avviso – dichiara la presidente del Consorzio, Simona Fois – la caratterizzazione ambientale dovrebbe essere eseguita prima di autorizzare qualsiasi nuovo scarico a mare, così da avere chiaro lo stato della contaminazione delle matrici ambientali: acqua, sedimenti e biota. Solo successivamente si potrà valutare in modo consapevole l’attivazione dello scarico proposto da Eni Rewind, costituito dai reflui provenienti dalla bonifica della falda che, come noto, è fortemente contaminata».
Attualmente, nello specchio d’acqua interno al bacino portuale, dove Eni Rewind prevede di localizzare il nuovo punto di scarico SF2, vengono convogliate già le acque trattate dal depuratore consortile gestito dal Consorzio. La situazione ambientale di questa porzione di mare è dunque il risultato sia delle pregresse attività industriali svolte nel sito, in passato dalla S.I.R. e poi dalle società del gruppo Eni, sia delle emissioni attuali provenienti dal depuratore consortile, il cui scarico è sottoposto a monitoraggi costanti da parte del Consorzio e delle Autorità di controllo competenti. L’intera area del porto industriale dovrà essere oggetto di una caratterizzazione ambientale completa – comprendente acque, sedimenti e biota – per la quale sono già disponibili risorse per 2.119.727 euro. Nel luglio 2025 l’assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente ha proposto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di individuare proprio il Consorzio industriale di Sassari come soggetto attuatore di tali attività di caratterizzazione. Lo stesso Cips, infatti, è fortemente interessato alla conoscenza della qualità ambientale dell’area marino-costiera e degli arenili antistanti il Sito di interesse nazionale, anche in vista di futuri interventi infrastrutturali programmati nel porto industriale e nelle aree retroportuali, ovvero attività di cantieristica navale ed economia del mare, già concordati con l’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna e con il Comune di Porto Torres. «In questo modo – aggiunge la presidente Fois – sarebbe anche più agevole individuare eventuali responsabilità in caso di peggioramento della qualità delle acque o dei sedimenti. Diversamente, i risultati dei futuri monitoraggi potrebbero essere difficilmente interpretabili e le responsabilità confuse tra più soggetti, incluso il nostro Ente». Eni Rewind, autorizzata ad eseguire il progetto di bonifica della Falda approvato nel 2011, ritiene che il trattamento delle acque che gestisce «consente di traguardare limiti di contaminazione più stringenti di quelli vigenti allo scarico in mare per il depuratore consortile, in cui attualmente la società conferisce le acque». Pertanto ha presentato istanza per lo scarico diretto a mare, oggetto di un iter autorizzativo in corso come previsto dalla Conferenza di servizi decisoria del 29 settembre scorso. La presidente Fois ha ribadito che la posizione del Consorzio non è di contrapposizione ma di metodo: «Il nostro no non è un rifiuto ideologico, ma un atto di responsabilità. Prima di ogni decisione serve un quadro tecnico e scientifico completo, fondato su dati aggiornati e verificabili. Solo così possiamo garantire trasparenza, tutela ambientale e sviluppo industriale sostenibile». Il Consorzio Industriale di Sassari conferma infine la piena disponibilità a collaborare con la Regione e il Ministero dell’Ambiente per l’avvio della caratterizzazione ambientale dell’area marino-costiera e degli arenili del Sin di Porto Torres, «passo indispensabile – conclude - per assicurare un equilibrio tra produzione e salvaguardia dell’ambiente».