La delegazione italiana del Global mouvement to Gaza, a nome del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, comunica alle «autorità italiane di non accettare la proposta ricevuta ieri su una possibile deviazione degli aiuti in direzione Cipro, per poi farli arrivare a Gaza con il coinvolgimento del patriarcato latino di Gerusalemme».

«La nostra missione - sottolineano - rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l'assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica».

Dopo gli ultimi attacchi, una «rappresaglia di Israele» come la definiscono gli attivisti, l'Italia ha inviato in soccorso una fregata della marina militare mentre il governo, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha tentato una mediazione per permettere l'ingresso degli aiuti attraverso Cipro, portandoli al Patriarcato latino di Gerusalemme, che si sarebbe assunto poi la responsabilità di consegnarli attraverso un corridoio aperto dalle misericordie.

«Stiamo aspettando una risposta dalla flottiglia», ha detto la premier Giorgia Meloni da New York facendo «un appello alla responsabilità di tutti, perché non si può rischiare l'incolumità delle persone per fare iniziative che sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti, ma per creare problemi al governo». 

La risposta oggi è arrivata ed è un no. «Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all'ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza», dicono dalla Flotilla.

«Continuiamo a chiedere al Governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale - viene aggiunto -. Oggi gli attacchi israeliani a Gaza hanno già ucciso un totale di 30 persone. Il recente bombardamento di una abitazione familiare ha ucciso 11 persone tra cui anche bambini. Questa cifra è destinata a salire a fronte delle ultime incursioni dell'esercito israeliano in corso nel campo profughi centrale di Bureij e nel quartiere di Tal al-Hawa, a Gaza City. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 65.419 persone e ne ha ferite 167.160. Si ritiene che migliaia di altre siano sepolte sotto le macerie».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata