Consegnano il figlio a un militare Usa all’aeroporto di Kabul: del piccolo non c’è più traccia
L'appello di una coppia di rifugati, che ora è in salvo in Texas: “Aiutateci a trovarlo”
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Avevano fatto il giro del mondo le immagini dei genitori afghani che ad agosto, dopo il ritorno al potere dei talebani, era stati costretti a consegnare oltre il filo spinato dell’aeroporto di Kabul i propri bimbi ai soldati americani e inglesi, con la speranza di saperli in salvo e di riabbracciarli dopo aver lasciato il Paese.
Ora due di loro, Mirza Ali Ahmadi e sua moglie Suraya, denunciano di non riuscire più ad avere notizie del proprio bebè.
La coppia, lo scorso 19 agosto, aveva passato il più piccolo dei proprio figli, Sohail, a un militare Usa, per paura che finisse schiacciato dalla calca. Quindi, dopo varie peripezie, sono riusciti, assieme agli altri figli più grandi, a mettersi al sicuro, lasciando il Paese, prima in direzione Qatar e poi in Germania e infine proprio negli Stati Uniti, dove hanno trovato accoglienza, a Fort Bliss, in Texas, assieme ad altri connazionali. Del piccolo Sohail, però, non sono più riusciti ad avere notizie.
Proprio per riuscire a ritrovarlo, la coppia ha raccontato la propria storia all'agenzia Reuters.
“Quello di cui mi importa ora è ritrovare il mio bambino", ha detto Suraya, che assieme al marito e ai figli attende anche che le autorità Usa diano loro presto una definitiva sistemazione.
(Unioneonline/l.f.)