Vladimir Putin in un discorso alla nazione all’indomani dell’attacco al Crocus City Hall di Mosca ha confermato che i quattro terroristi responsabili sono stati arrestati. «Ci sono indicazioni che stavano cercando di entrare in Ucraina», ha detto il presidente russo, definendo l’attacco «un atto barbaro e sanguinoso, un omicidio di massa preparato con cura». Tutti gli arrestati sono stranieri.

«Identificheremo coloro che sono dietro a questo atto terroristico e pagheranno per questo», ha aggiunto Putin, paragonando i responsabili della strage ai «nazisti». Come questi ultimi, infatti, «hanno ucciso indiscriminatamente cittadini russi».

Il bilancio delle vittime è salito a 143 secondo la stampa russa, ci sono anche alcuni bambini. Undici le persone arrestate, tra cui i quattro presunti responsabili che sono ora detenuti nella regione di Bryansk, non lontano dal confine con l’Ucraina dove intendevano fuggire secondo le forze dell’ordine.

L'Isis ha rivendicato l’attacco sul suo canale Telegram: «Miliziani dello Stato islamico - si legge nel messaggio – hanno attaccato un grande raduno (...) alla periferia di Mosca» e poi si sono «ritirati sani e salvi nelle loro basi». «L’attacco si inserisce nel contesto di una guerra furiosa tra lo Stato Islamico e i Paesi che combattono l’Islam», ha riferito l’agenzia di stampa del gruppo militante Amaq, pubblicando le foto dei quattro «combattenti».

Un commando armato di kalashnikov è entrato in azione nel teatro poco prima del concerto del gruppo Picnic. I terroristi hanno anche lanciato dell’esplosivo che ha scatenato un incendio, decine di persone sono rimaste intrappolate nella sala.

Mosca aveva subito accusato l’Ucraina, che nega ogni coinvolgimento. E nonostante la rivendicazione dell’Isis, secondo i servizi di sicurezza russi dell’Fsb gli arrestati avevano «contatti rilevanti» con Kiev. E stavano cercando di fuggire proprio in Ucraina.

Infatti, ha spiegato Putin nel suo discorso in diretta tv, «dai primi risultati dell’inchiesta è emerso che dalla parte ucraina del confine era stata creata una finestra per permettere ai quattro terroristi di attraversare il confine». Il presidente russo, dunque, nonostante la rivendicazione, nel suo discorso ignora completamente l’Isis e chiama in causa l’Ucraina.

Putin ha indetto una giornata di lutto nazionale per domani, 24 marzo, invocato l’unione dei Paesi contro il nemico comune, il terrorismo, e annunciato «ulteriori misure antiterrorismo e antisabotaggio a Mosca e nella regione». Poi ha lanciato un appello alla popolazione: «Nessuno può scuotere la nostra unità, siamo di fronte a un massacro preparato del nostro popolo».

(Unioneonline/L)

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