Lo “Stato Islamico dell’Iraq e del Sol Levante”, noto anche come Daesh, torna a seminare morte. L’attacco alla sala concerti “Crocus” di Mosca, dove un commando islamista ha aperto il fuoco sugli spettatori mietendo oltre 90 vittime, è stato rivendicato da una costola del gruppo islamista, nota come Isis-Khorasan o Isis-K.

Si tratta della branca afghana dell'Isis attiva sembra dal 2014. Il nome Khorasan si traduce in “La terra del sole”, e secondo il Centro per gli studi strategici e internazionali, si riferisce a una regione storica che comprende parti dell'Iran, dell'Afghanistan e del Pakistan.

L’obiettivo ultimo dell’organizzazione terroristica è la fondazione di un nuovo califfato che riunisca non solo quei tre Paesi, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l'Uzbekistan. Di qui la visione della Russia quale nemica, ma anche per la dura repressione di Mosca delle ribellioni islamiste scoppiate negli anni Novanta nel Caucaso settentrionale, in particolare in Daghestan e in Cecenia, nell’ambito di una vera e propria guerra caratterizzata da altri sanguinosi attacchi, come quello alla scuola di Beslan (nel 2004, 334 morti di cui 186 bambini) e quello di due anni prima al teatro Dubrovka di Mosca (dove vennero uccisi 130 civili e 40 terroristi).

Secondo le intelligence, il leader dell’Isis-K è Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir. Per il Dipartimento di Stato Usa, l'emiro è alla guida del gruppo nel giugno 2020.

Oltre a Russia e Usa, nel novero dei “nemici” di Isis-K ci sono – particolare che differenzia il gruppo da altre organizzazioni simili – anche altre realtà dell’estremismo islamico, come i talebani: è attribuito allo Stato islamico-Khorasan, ad esempio, l'attentato suicida all'aeroporto di Kabul del 26 agosto 2021.

Nel mirino anche le comunità ebraiche, come “vendetta” per le operazioni israeliane a Gaza: solo due settimane fa, i servizi d'intelligence russi hanno rivendicato di aver eliminato una cellula dell'Isis che pianificava un attacco contro una sinagoga proprio a Mosca.

(Unioneonline/l.f.)

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