"Nessun genitore può sopportare un dolore simile".

Sono le parole di Antonietta Di Tullio, madre di Gabriele e Marco Bianchi, i due fratelli arrestati, con altre due persone, per il brutale pestaggio di Colleferro, a Roma, costato la vita al giovane Willy Monteiro.

"Il primo pensiero al mattino di chi è genitore - ha spiegato la donna in un'intervista al Corriere - è incrociare il viso del figlio e nessuno al mondo merita una simile atrocità. Se penso alla mamma di Willy sto male. Vorrei darle tutto il mio cordoglio, mandarle un abbraccio, ma a che servono le parole? So che la sua vita è distrutta e niente sarà più come prima".

La madre dei due giovani aggiunge: "Se hanno sbagliato devono pagare, ma non giudicateli da una semplice foto".

Intanto, proseguono le indagini su quanto accaduto la notte tra il 5 e il 6 settembre. E per uno degli arrestati sono stati disposti gli arresti domiciliari: si tratta di Francesco Belleggia che ieri, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, avrebbe detto di avere visto uno dei fratelli Bianchi colpire Willy.

Gli inquirenti avrebbero individuato due "super-testimoni", che potrebbero dare indicazioni precise sulla dinamica del pestaggio.

Questo per riuscire a chiarire quale sia la responsabilità effettiva di ciascuno degli indagati, che - per il momento - continuano a palleggiarsi le colpe di un episodio che ha profondamente choccato l'opinione pubblica del nostro Paese.

Ieri il premier Giuseppe Conte ha telefonato alla famiglia di Willy, per comunicare affetto e vicinanza nel dolore da parte del Governo.

"La magistratura - ha poi scritto il presidente del Consiglio su Facebook - sta svolgendo le indagini e la giustizia farà sicuramente il suo corso. Confidiamo che si arrivi presto a condanne certe e severe. Ma noi nel frattempo come reagiremo? Quali misure adotteremo? Diremo ai nostri figli di volgere la testa dall'altra parte ? Di non intervenire a sedare diverbi o a cercare di proteggere amici più deboli o in evidente difficoltà? Non credo possa essere questa la risposta, la strada da seguire", sottolinea Conte. E il premier conclude: "dobbiamo piuttosto moltiplicare gli sforzi, in ogni sede e in ogni contesto, affinché i nostri figli crescano nel culto del rispetto della persona e rifuggano il mito della violenza e della sopraffazione".

(Unioneonline/l.f.)
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