Taser, l’esperto: «Le scariche elettriche ripetute e ravvicinate possono fermare il cuore, rivederne l’uso»
Il presidente della società scientifica Sis118: «Valutare almeno la disponibilità di un defibrillatore»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«L'utilizzo del Taser, in dotazione alle nostre forze di Polizia a partire dal settembre 2018, deve essere - a mio parere - attentamente rivisto, in quanto il suo utilizzo si è dimostrato potenzialmente pericoloso, sia nell'immediato sia a distanza di alcuni minuti, per la vita dei soggetti colpiti», provocando arresto cardiaco.
A dirlo è Mario Balzanelli, presidente nazionale della società scientifica SIS118. «Il Taser, infatti, come molto ben documentato negli Usa da Douglas Zipes, uno degli aritmologi più autorevoli a livello mondiale, spara due freccette, unite da fili elettrici, le quali colpiscono il soggetto ricevente per immobilizzarlo temporaneamente. Attraverso la scarica elettrica, ad alta tensione (50.000 Volt) e a bassa intensità (6 milliampere), somministrata alla persona colpita mediante impulsi elettrici ripetuti e assai ravvicinati in un intervallo temporale assai ristretto (il soggetto riceve 20 scariche al secondo per la durata complessiva di 5 secondi) - spiega Balzanelli - il soggetto può andare in arresto cardiaco improvviso. In questi casi, non pochi in assoluto quali già documentati negli Usa, e ad oggi più volte verificatisi nel nostro Paese, l'arresto cardiaco improvviso è insorto prevalentemente con ritmo di fibrillazione ventricolare».
Per questa ragione Balzanelli spiega di ritenere «assolutamente inappropriato correre il rischio, per quanto statisticamente molto ridotto, di uccidere un uomo solo per immobilizzarlo». Dunque, «nelle more di una riflessione più ampia da effettuarsi quanto prima a livello interistituzionale circa le opportunità di utilizzo del Taser», bisognerebbe intanto sancire «sul piano legislativo, quale obbligatoria la presenza di un defibrillatore semiautomatico come dotazione standard di tutti gli equipaggi delle forze di Polizia dotati di Taser, i cui componenti dovrebbero essere periodicamente addestrati e certificati nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare di base e di defibrillazione precoce (Blsd)».
Ma, anche in questo caso, «deve essere chiarito che non è affatto scontato, anche se - al contrario - è molto probabile, che l'utilizzo, per quanto immediato, del defibrillatore e della rianimazione cardiopolmonare possa garantire l'effetto auspicato, quale il ripristino della circolazione spontanea e l'assenza di esiti neurologici, particolarmente qualora il soggetto dovesse essere cardiopatico»,
(Unioneonline/v.l.)