Olbia e Genova epicentro di due casi di cronaca che hanno subito innescato polemiche sull'uso del taser negli interventi di pubblica sicurezza. Nel giro di due giorni, sabato e domenica scorsi, due persone sono morte dopo aver ricevuto una scarica dalla pistola elettrica in uso alle forze dell'ordine. A Olbia la vittima è Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei, morto per arresto cardiaco nell'ambulanza diretta in ospedale.

Ad agire in entrambe le circostanze sono stati gli uomini dell'Arma dei carabinieri, ora indagati dalle Procure di Tempio Pausania e Genova per omicidio colposo, un atto dovuto per consentire ai quattro militari - due di stanza a Olbia, il capo pattuglia e chi ha utilizzato materialmente il taser, gli altri nel capoluogo ligure - di partecipare agli accertamenti tecnici con i propri consulenti.

A difendere le forze dell’ordine è oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Chi, in maniera ideologica, critica l'utilizzo del taser deve tener presente che si tratta di uno strumento imprescindibile che viene fornito agli agenti proprio per evitare l'utilizzo di armi da sparo. Le regole di ingaggio prevedono che venga usato soltanto quando ci si trova di fronte a soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti». «La sicurezza dei cittadini è il primo obiettivo che deve essere perseguito – aggiunge - E dalle prime ricostruzioni è esattamente la situazione in cui si sono ritrovati i carabinieri intervenuti (ad Olbia e a Genova, ndr). Dunque, vanno respinte, perché del tutto pretestuose, pregiudiziali ed infondate, le polemiche contro le forze di polizia a cui va tutta la gratitudine e il completo sostegno del nostro Governo».

Ieri ne ha parlato il comandante generale dei carabinieri, Salvatore Luongo, in una lettera a tutti i militari dell'Arma e resa nota dal sindacato Usmia: «Il mio sostegno incondizionato ai colleghi coinvolti, nelle ultime ore, nei fatti di Olbia e Genova. Episodi che ci ricordano quanto sia complessa e delicata la missione che ogni giorno portate avanti con professionalità e sacrificio». Nella lettera sottolinea che mentre gli italiani sono in vacanza «noi continuiamo, senza tregua, a garantire sicurezza e prossimità ai cittadini, nelle città come nei paesi, sulle strade, lungo le coste e nelle località turistiche». «L'impegno silenzioso e costante dei Carabinieri - prosegue Luongo - è la più alta testimonianza di dedizione al dovere. Siamo presenti quando gli altri si riposano, vigili quando gli altri si distraggono, vicini quando gli altri si allontanano». Per il comandante generale «operare per la sicurezza della collettività significa spesso trovarsi ad affrontare situazioni di pericolo per la pubblica incolumità, in cui ogni decisione deve essere presa in pochi istanti, con un rilevante peso emotivo e la consapevolezza delle responsabilità che il nostro ruolo comporta».

(Unioneonline)

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