Udine, problemi tecnici nella sala autopsie: salma putrefatta
Esame sospeso, a rischio un’inchiesta in corso. Giorni fa un altro imprevisto con il corpo di Alessandro Venier, l’uomo ucciso e fatto a pezzi dalla madrePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un cadavere putrefatto e un altro in condizioni che hanno messo a rischio la possibilità di effettuare l'autopsia: è questo il bilancio di quanto successo nella sala settoria del cimitero San Vito di Udine, dove, per la seconda volta in pochi giorni, si sono verificati gravi problemi tecnici.
Il primo episodio riguardava Alessandro Venier, l’uomo ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna a Gemona. A causa di un disguido, la salma non era stata estratta in tempo dalla cella frigorifera, con il rischio di ritardare gli esami poiché i resti erano ancora parzialmente congelati. I periti hanno dovuto attendere prima di poter avviare le operazioni.
Ieri, invece, si è verificato il problema opposto: non è stato possibile effettuare l’autopsia su un uomo di 69 anni, morto nella sua abitazione il 9 agosto dopo essere stato investito il 9 luglio e dimesso dall’ospedale di Udine il 28 luglio. La Procura aveva nominato un medico legale, su richiesta dei familiari, per verificare un eventuale nesso tra il decesso e l’incidente stradale o le cure ospedaliere. Ma quando l’esame stava per iniziare, alla presenza dei consulenti di entrambe le parti, si è scoperto che la salma era ormai putrefatta.
Un problema, quello al San Vito, che rischia di influire sull’esito di inchieste giudiziarie delicate.
(Unioneonline/v.f.)