La chiave di un'Alfa Romeo 164 ritrovata nel borsello di Matteo Messina Denaro: è stato questo l'input che ha consentito ai carabinieri e ai magistrati di risalire all'ultima abitazione del boss, arrestato ieri dopo 30 anni di latitanza, a Campobello di Mazara.

Gli inquirenti, attraverso il codice della chiave, sono risaliti al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell'Alfa. Tra le riprese c'era anche quella dell’ex latitante che entrava e usciva dalla casa con le borse della spesa.

Il covo è stato perquisito questa notte, un piccolo appartamento di 60 metri quadri: un soggiornino, una cucina, una camera da letto e un bagno in una palazzina di due piani in pieno centro abitato. L’ex primula rossa andava a fare la spesa, frequentava ristoranti, riceveva donne.

I carabinieri nell’appartamento hanno trovato sneakers griffate, vestiti e profumi di lusso, occhiali Rayban pillole di viagra, profilattici, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti. L’abitazione risultava intestata ad Andrea Bonafede, lo stesso geometra che ha prestato la sua identità al boss, ora indagato.

Per il momento non risulta che nell’immobile ci fossero documenti di particolare importanza, gli inquirenti infatti sospettano che ci sia una seconda casa in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro, che custodisce i segreti di Riina e delle stragi di mafia.

Il boss «abitava qui da almeno sei mesi», ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino. «Un appartamento – ha detto – ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico. Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni».

Ha parlato con i cronisti Rosario Cognata, l’uomo che vive al primo piano dell’edificio in cui è stato individuato il covo: «Ogni tanto vedevo questa persona, lo salutavo e nient’altro. Lui rispondeva in maniera cordiale, abitava qui da circa un anno».

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha intanto firmato questa mattina il 41 bis per il boss mafioso. Messina Denaro ha nominato come sua legale la nipote Lorenza Guttadauro, nipote anche del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro. Al momento il boss è detenuto nel carcere dell’Aquila.

Vittorio Gebbia, responsabile dell’Oncologia medica della clinica La Maddalena dove ieri il boss è stato arrestato, ha parlato delle condizioni di salute di Messina Denaro: «Sono gravi, la malattia ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi, ma sono certo che continuerà a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno. Ieri i carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l'autorizzazione perché un ritardo così contenuto non avrà alcun effetto sul suo stato di salute». L’ex latitante farà la chemioterapia in carcere, per i medici ha massimo tre anni di vita.

Gebbia ha visitato il boss, alias Andrea Bonafede, nel gennaio 2021 prima di una valutazione multidisciplinare chirurgica. Poi il mafioso ha iniziato la chemio e il 4 maggio 2021 è stato operato per le metastasi al fegato da una equipe chirurgica. La prognosi infausta è stata accolta «con grande dignità» dal paziente, che aveva la «piena consapevolezza delle sue condizioni di salute e nessun atteggiamento che potesse destare sospetto».

(Unioneonline/L) 

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