I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato ieri dopo 30 anni di latitanza, mentre si accingeva – sotto falso nome – a effettuare una visita alla clinica Maddalena di Palermo.

La “tana” dove si nascondeva il superboss di Cosa Nostra è stata individuata a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani.

Si tratta del paese dove risiede Giovanni Luppino, quello che per gli inquirenti sarebbe il suo braccio destro e autista, finito in manette insieme al capomafia durante il blitz alla clinica palermitana.

Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, si trova nel centro abitato del paese, che conta circa 11mila abitanti. Campobello, tra l’altro, è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia.

La casa usata dal boss è stata perquisita palmo a palmo per tutta la notte, alla presenza del procuratore aggiunto Paolo Guido, che coordina le indagini su Messina Denaro assieme al procuratore Maurizio de Lucia.

Diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, e di documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell'arresto.

Mentre il boss è stato trasferito in Abruzzo – per lui potrebbero aprirsi le porte del carcere di massima sicurezza de L’Aquila – è stato iscritto nel registro degli indagati Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura “Andrea Bonafede”, il nome fittizio di Messina Denaro.

Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell'assistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l'ex studio del medico che è stato anche interrogato.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata