L'hanno chiamata Operazione Spartaco in riferimento al gladiatore che lottò per liberarsi del giogo della schiavitù imposto dai romani.

E le condizioni alle quali la famiglia Plozzer, proprietaria di un impero dei trasporti di merci deperibili, costringeva i propri autisti se non erano schiavitù ci andavano vicino: una forma pesantissima di caporalato.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Lodi, i cinque raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare, uno ai domiciliari e quattro all'obbligo di firma, costringevano i conducenti a lavorare anche 18, 20 ore di fila ("turni disumani" li definisce il Gip nell'ordinanza).

"No, io sto male, mi stavo addormentando sul volante. Io non vado ad ammazzarmi o ad ammazzare altra gente", esclamava uno dei conducenti nelle conversazioni intercettate dalle Fiamme Gialle, coordinate dal procuratore Domenico Chiaro.

"E' da giugno che non scendo dal camion, mi sto arrugginendo qua e ho 75 anni", dice un altro.

L'anno scorso uno degli autisti vessati travolse e uccise un anziano che stava attraversando sulle strisce pedonali a Lecco.

Gli indagati sono accusati a vario titolo anche di associazione a delinquere, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio; reati che, però, sembrano veniali a fronte del trattamento riservato ai propri lavoratori, in buona parte romeni.

I Plozzer vessavano gli autisti con la decurtazione dello stipendio per ogni giorno di assenza o ferie, imponendo turni massacranti senza riposi e l'utilizzo di doppi dischi tachigrafi cartacei dei mezzi che venivano distrutti al termine del tragitto. Gli autisti pagavano persino una cifra di 200-300 euro al mese ai loro datori di lavoro per poter dormire sul camion che avrebbero utilizzato la mattina successiva.

Gli stessi dipendenti dovevano accettare le vessazioni, sotto la Spada di Damocle del licenziamento, visto che avevano contratti a tempo della durata di pochi mesi, a volte anche 30 giorni. Contratti che non venivano rinnovati a chi non sottostava alle imposizioni.

Le condotte contestate ai Plozzer nella gestione della loro azienda di autotrasporti, scrive il gip nell'ordinanza, "hanno fatto leva sull'evidente stato di bisogno in cui versavano" gli autisti alle loro dipendenze.

"In un periodo di forte crisi economica come quello attuale, ottenere un impiego, seppur questo comporti l'essere sfruttato, è considerato dai lavoratori un vero e proprio 'privilegio', poiché un salario, seppur non adeguato al lavoro prestato, rappresenta l'unico strumento per soddisfare le esigenze basilari per condurre una vita dignitosa", sottolinea il gip.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata