"Quando l'ho visto ho avuto un blackout improvviso e immediato".

Così Emanuele, 35 anni, ha spiegato ai carabinieri il motivo per cui due giorni fa ha ammazzato a colpi di pistola il suocero Antonio, 63 anni, a Rozzano (Milano).

La vittima era accusata di abusi sessuali sulla nipotina, che è anche la figlia del killer.

Il killer si è giustificato parlando di "vendetta" e "giustizia privata", di un atto "istintivo" causato da un "blackout mentale improvviso".

Con lui si è costituito anche Achille, 27 anni, il ragazzo alla guida dello scooter con cui i due sono successivamente fuggiti.

La bambina abusata era stata sentita proprio lunedì pomeriggio per ripetere al gip le dichiarazioni già rese in audizione protetta, in vista di un processo che si sarebbe dovuto aprire a carico del presunto pedofilo.

Il 63enne era accusato di aver abusato della nipotina per circa due anni, tra il 2016 e il 2018, soprattutto nei periodi estivi in cui era ospite a casa della figlia.

A far scattare l'inchiesta la madre della piccola, con cui l'uomo non aveva più contatti dalla scorsa estate. Gli abusi si sarebbero verificati quando la bimba aveva tra i sei e gli otto anni.

(Unioneonline/L)
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