A 24 anni dal delitto di Novi Ligure, Omar Favaro torna a processo. Questa volta deve difendersi dall’accusa di maltrattamenti in famiglia.

L’uomo, oggi 41 anni, è accusato di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Violenze fisiche e psicologiche nei confronti di moglie e figlia. Secondo l’accusa percosse, insulti («Sei anoressica», «fai schifo») e reiterate minacce, anche di morte («Ti sfregio con l’acido», «ti riduco in sedia a rotelle»). Sono una ventina gli episodi, tutti risalenti al periodo tra il 2019 e il 2021.

L’indagine è partita dopo la denuncia della donna. I due si sono conosciuti dieci anni fa sui social, hanno iniziato a frequentarsi, si sono sposati e hanno avuto una figlia. Un’unione apparentemente felice, che col passare del tempo si è incrinata facendo degenerare il rapporto in una serie di violenze e umiliazioni. Quattro volte la donna ha chiesto l’intervento dei carabinieri in casa, ma poi ha sempre minimizzato: «Normali liti familiari». Nel 2021 è fuggita e poi lo ha denunciato.

Ieri a Ivrea, al termine di un’inchiesta delicata, la vicenda è approdata davanti al giudice dell’udienza preliminare. L’udienza è durata poco più di quindici minuti e non si è entrati nel merito delle accuse, il gup ha concesso un rinvio per consentire alle parti di raggiungere un accordo risarcitorio.

Omar è assistito da Lorenzo Repetti e Vittorio Gatti, gli stessi avvocati che lo hanno seguito all’epoca della strage di Novi Ligure. Nel 2001 Favaro aveva 17 anni e con la fidanzatina Erika De Nardo, anche lei minorenne, uccisero con inaudita ferocia (ben 100 coltellate) la madre e il fratellino di lei.

(Unioneonline)

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