Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen si rivedono a Roma a distanza di due mesi dal primo incontro istituzionale.

Il clima è stato ben diverso dalla circospezione e dalla diffidenza con cui le due leader si erano guardate a Bruxelles a inizio novembre, quando la premier italiana era entrata in carica da pochi giorni. L’Italia ha più di una freccia al suo arco: finora ha rispettato le scadenze, ha presentato una manovra che tiene in equilibrio i conti e si appresta a chiedere di "implementare" il Pnrr per renderlo più attuale.

Una «ottima occasione», sottolinea Palazzo Chigi, per «uno scambio di vedute in preparazione del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio dedicato in particolare all'economia e alla migrazione». E per «riaffermare», per parte italiana, «l'impegno sul Pnrr».

Dopo aver condannato le violenze in Brasile e confermato il comune impegno nel sostegno a Kiev, le due leader hanno trattato senza divergenze uno dei temi al centro del Consiglio del 9 e 10 febbraio, cioè il dossier degli aiuti all'industria Ue: è, questa, la sfida che von der Leyen si è posta da qui alla prossima estate, quella di creare un Inflaction Reduction Act europeo in risposta alla legge sull'inflazione americana. Sfida che trova l'Italia favorevole, come assicura Meloni ribadendo che è fondamentale una risposta europea evitando azioni di singoli Paesi in base alle capacità di spesa.

Von der Leyen, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, avrebbe «molto apprezzato» il lavoro fatto da Roma fin qui sul Pnrr e avrebbe incitato a «continuare in questa direzione» la delegazione italiana, che a sua volta avrebbe posto sul tavolo le varie opzioni per arrivare a modifiche guardando anche al RepowerEu e ai fondi legati alle politiche di coesione.

L'altro tema cardine è stata la gestione dei migranti. Meloni avrebbe ribadito che vanno difesi i confini esterni della Ue e fermati gli sbarchi intervenendo sui Paesi di origine delle migrazioni, trovando concorde von der Leyen sulla necessità di una «risposta europea» che però, difficilmente arriverà a febbraio. I tempi per una intesa a 27 sui migranti sono lunghi. E sui ricollocamenti la Svezia, presidente di turno dell'Unione, ha già fatto sapere che non ha intenzione di avanzare iniziative.

(Unioneonline/D)

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