L’opposizione regionale che chiede la convocazione urgente della VI Commissione e Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera, che presenta un’interrogazione urgente al ministro della Salute.

Dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la (non) riforma che aveva portato al commissariamento di tutti gli enti di governo della sanità della Sardegna e la conseguente nota della Regione che ha ufficialmente dichiarato i «Commissari Asl decaduti dal 25 dicembre» è caos.

L’opposizione protesta e con una nota dei capigruppo della minoranza, Paolo Truzzu, Angelo Cocciu, Antonello Peru, Umberto Ticca e Stefano Schirru, si fa sapere che «abbiamo chiesto al presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, la convocazione urgente della VI Commissione, affinché l’assessore ad interim della Sanità, Alessandra Todde, possa riferire sul caos conseguente alla recente sentenza della Corte costituzionale (n.198/2025) e alla successiva comunicazione del Direttore generale dell’Assessorato, oltre che su quali azioni la Giunta intenda intraprendere per restituire serenità e stabilità all’intero sistema sanitario sardo».

«A decorrere dal 25 dicembre 2025 devono ritenersi cessati gli incarichi dei commissari straordinari delle aziende del servizio sanitario regionale». La comunicazione è arrivata poco dopo le 21 di un sabato sera post natalizio: mittente del documento inviato alle 8 Asl, alle Aou di Cagliari e Sassari, al Brotzu e all’Areus è stato Luciano Giovanni Oppo, direttore generale dell’assessorato regionale alla Sanità.

Da Roma arriva Cappellacci: «Ho presentato un’interrogazione urgente al Ministro della Salute per chiedere una verifica immediata sul rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Sardegna, alla luce del caos istituzionale e amministrativo che sta paralizzando il sistema sanitario regionale». «La situazione determinata dalla gestione della presidente Alessandra Todde - sottolinea Cappellacci - ha prodotto un vuoto di governance senza precedenti: aziende sanitarie prive di una guida pienamente legittimata, catene decisionali incerte, atti esposti al rischio concreto di annullamento o nullità. Non si tratta di un’ipotesi astratta, ma di uno scenario realistico e prevedibile. Questo disordine si somma a criticità già note e strutturali – liste d’attesa, carenze di personale, disuguaglianze territoriali – aggravando il rischio che non siano più garantite le prestazioni sanitarie essenziali cui i cittadini hanno diritto. Con l’interrogazione chiedo al Ministro se sia a conoscenza della situazione, se intenda rafforzare le verifiche sui LEA e quali iniziative urgenti intenda assumere per prevenire una compromissione del diritto alla salute. È doveroso chiarire che, qualora il caos amministrativo dovesse tradursi in una violazione dei LEA, si aprirebbe un problema costituzionale, con l’eventuale attivazione degli strumenti di tutela previsti dall’ordinamento. La sanità – conclude – non è propaganda né terreno di sperimentazione politica. È un servizio essenziale che richiede stabilità, competenza e rispetto rigoroso delle regole. Se si arriverà a misure straordinarie non sarà una scelta politica del Governo, ma la conseguenza di un fallimento annunciato della gestione regionale».

Voci di protesta arrivano anche dai sindacati: «Siamo di fronte a un passaggio delicato e complesso, che rischia di produrre effetti significativi sull’organizzazione delle aziende sanitarie, sul funzionamento dei servizi e sulle condizioni di lavoro del personale – scrive la CISL Funzione Pubblica di Sassari - Come CISL FP esprimiamo preoccupazione per una situazione che, se protratta, può determinare incertezza e stallo gestionale, con rallentamenti decisionali che la sanità pubblica non può permettersi, soprattutto in una fase già segnata da carenze di organico, sovraccarico dei servizi e difficoltà strutturali. La preoccupazione è quella che raccogliamo quotidianamente nelle aziende sanitarie, tra le lavoratrici e i lavoratori, che vivono questa fase con apprensione. Il personale teme che l’attuale situazione possa tradursi in ulteriori ritardi e blocchi organizzativi e, soprattutto, nell’assenza di una controparte pienamente legittimata a trattare le materie di contrattazione, condizione indispensabile per garantire corrette relazioni sindacali, la corresponsione delle risorse contrattuali, l’attuazione delle progressioni economiche e di carriera e, più in generale, la tutela dei diritti dei lavoratori, con ricadute dirette anche sulla qualità dei servizi resi ai cittadini».

(Unioneonline/D)

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