«Lui insisteva perché lo facessi entrare» a casa, «ma io non ho voluto perché avevo paura (...) non sapevo che fine aveva fatto Giulia e di che cosa fosse capace».

È il racconto delle ore successive all'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa a Senago (Milano) al settimo mese di gravidanza dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, fatto dalla ragazza con cui il barman, ora in cella, aveva una relazione parallela.

Sabato della scorsa settimana, dopo aver accoltellato Giulia, «Alessandro ha iniziato a chiedermi di vederci. (..) Le sue richieste erano talmente pressanti - ha aggiunto la ragazza - che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati».

La giovane aveva anche incontrato Giulia. Tra le due ragazze c’era stato uno scambio di confidenze sulle angherie e le bugie dette da Impagnatiello ad entrambe. E la ragazza aveva anche offerto aiuto e ospitalità a Giulia, che temeva di incontrare di nuovo il suo compagno. 

«Con Giulia abbiamo chiacchierato tranquillamente, perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo. Siamo state insieme un'ora circa, dopo di che lei è andata via. Il nostro incontro è stato veramente cordiale, tant'è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile», ha raccontato ancora la ragazza. 

(Unioneonline/l.f.)

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