Per 21 anni è stata costretta a subire fumo passivo nell'ufficio in cui lavorava, all'assessorato ai Beni Culturali della regione Sicilia, e nel 2004 è morta a causa di un cancro ai polmoni.

Lucia Lo Conti aveva 50 anni quando la sua vita è stata stroncata dalla malattia e ora il giudice monocratico Riccardo Trombetta ha condannato la Regione a un maxi risarcimento da un milione e mezzo in favore del marito e dei sei figli.

È stato provato, infatti, che il fumo passivo ha inciso nella formazione del tumore. D'altronde lei lo diceva sempre ai suoi figli quando tornava a casa con i vestiti impregnati di fumo: "Mi uccideranno".

Lucia non ha mai toccato una sigaretta in vita sua e tra i suoi familiari non c'era neanche un fumatore.

Ha lottato una vita intera per ottenere un ufficio senza fumatori in un periodo in cui il divieto nei locali pubblici non era ancora in vigore: è stata lei stessa a scrivere di suo pugno una relazione dettagliata per fare causa alla Regione.

Il cancro l'ha colpita nel 2001, è morta dopo tre anni di sofferenze.

Il giudice, nell'emettere la sentenza, che è definitiva perché la Regione non ha fatto ricorso, si è rifatto anche al codice civile che "impone al datore di lavoro di adottare tutte le misure idonee a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale del lavoratore".

(Redazione Online/L)
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