Nel mese di marzo in Lombardia c'è stato un aumento di decessi del 191,1% rispetto alla media di quelli registrati dal 2015 al 2019.

Sono stati completati dall'Istat i dati relativi a tutti i 7.903 comuni italiani nel censimento sui decessi dal primo gennaio al 31 agosto 2020.

Numeri impietosi, che non lasciano spazio ad alcun negazionismo.

Il 2020 era iniziato con un trend in calo della mortalità rispetto ai cinque anni precedenti. Trend che si interrompe bruscamente nel mese di marzo, quando in Italia si registrano 85.785 morti, cifra che segna un aumento del 47,2% rispetto ai valori medi del periodo tra il 2015 e il 2019. E 25.560 di questi morti sono in Lombardia, che ha pagato come era prevedibile il prezzo più alto con un aumento del 191,1% dei decessi.

"Considerando l'andamento dei decessi per il complesso delle cause nel primo bimestre del 2020 rispetto al 2015-2019, e quello nei mesi di marzo e aprile 2020, si rileva - sottolinea l'Istat nel censimento - come è noto a partire dal mese di marzo, una importante 'rottura' della tendenza alla diminuzione della mortalità riscontrata per i primi due mesi del 2020". Anche quando non si ha una netta inversione di tendenza, infatti, "la diminuzione dei decessi a marzo 2020 è comunque molto più contenuta rispetto ai due mesi precedenti".

"A livello territoriale- prosegue l'Istat - è il Nord l'area in cui si registra l'inversione di tendenza più marcata a seguito della diffusione dell'epidemia di Covid-19, in particolare in Lombardia si passa da una diminuzione dei decessi del 5,8% del bimestre gennaio-febbraio 2020 - rispetto al 2015-2019 - ad un aumento del 191,1% nel mese di marzo, seguita dall'Emilia-Romagna con un aumento del 69,1%, e dal Trentino Alto Adige (62,2)".

(Unioneonline/L)
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