«Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». È uno dei 280 messaggi che sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell'agosto 2007 a Garlasco e per il quale l'allora fidanzato Alberto Stasi ha quasi finito di espiare una condanna a 16 anni di reclusione.

A riportare questo whatsapp inviato a un amico e attribuito a Paola Cappa, sorella gemella di Stefania, le cugine di Chiara mai indagate, è il settimanale Giallo. 

In un servizio sull'inchiesta riaperta a carico di Andrea Sempio, la rivista pubblica anche una foto, postata da Paola sui social nel 2013, di piedi con calze a quadretti e in mezzo un'impronta a pallini, simile a quella repertata ai tempi nella villetta di Garlasco con la frase: "Buon compleanno sorellina".

Si cita, inoltre, una storia Instagram di Stefania in cui appare un bambino tra biciclette e la scritta "Fruttolo", che il settimanale collega al vasetto dello stesso yogurt rinvenuto nell'immediatezza del delitto in casa Poggi, e che gli inquirenti pavesi faranno analizzare per cercare di individuare impronte e Dna.

Ci sono anche le intercettazioni dell'epoca in cui Paola, al telefono con la nonna, si sfoga per il disagio per l'ospitalità data ai genitori di Chiara, che in quel momento non avevano più casa poiché era sotto sequestro. 

Delle due cugine di Chiara si parlò molto subito dopo l’omicidio, ma furono immediatamente scartate dalle indagini. Stefania oggi ha 41 anni ed è un’avvocatessa, Paola vive all’estero e fa la food blogger. Ora i loro nomi sono tornati in primo piano, anche se non sono indagate.

Quello di Stefania fu fatto all’epoca dei fatti da un testimone: Marco De Montis Muschitta, che era a Garlasco ad ispezionare tombini per lavoro la mattina dell’omicidio e raccontò di aver visto una ragazza che poteva essere Stefania Cappa su una bici nera che si allontanava con un oggetto ingombrante stretto tra la mano destra e il manubrio. Deposizione poi ritrattata.

Una testimonianza recente, fatta a Le Iene, riguarda invece un uomo che sostiene di aver visto Stefania Cappa gettare un oggetto in un canale a Tromello. Incrociate le due testimonianze, ieri carabinieri e vigili del fuoco proprio in quella zona hanno concentrato le ricerche, svuotando il canale. Trovando diversi oggetti, tra cui un martello, che potrebbe essere l’arma – finora mai trovata – del delitto. Quel canale si trova vicino alla casa in cui viveva la nonna delle cugine di Chiara.

I rapporti con Andrea Sempio, indagato per l’omicidio: dai tabulati telefonici non sono emersi contatti tra Sempio e Stefania Cappa nei mesi precedenti e nelle settimane successive all’omicidio.

(Unioneonline/L)

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