"Sono distrutta, confusa e sotto choc. Mai avrei pensato di andare a una festa e poi vivere un incubo del genere". E' quanto ha confidato al suo legale la 18enne che lo scorso agosto è stata imbottita con unmix di droghe e stuprata da Alberto Genovese, l'imprenditore di 43 anni che ora è in carcere a San Vittore.

La ragazza, quella sera tra le ospiti a un party organizzato da Genovese nel suo appartamento nel centro di Milano, "sta pian piano prendendo coscienza di quel che le è capitato, ma sta malissimo e ha iniziato un percorso di cure con psicologi", fa sapere l'avvocato Luca Procaccini.

Intanto uno dei legali di Genovese, l'avvocato Davide Ferrari, parla di "sfumature da arricchire e approfondire". Il quadro che emerge, spiega, è "un po' diverso da quello tracciato finora e non così definito come finora ricostruito".

L'imprenditore ieri è stato interrogato per oltre 4 ore dal pm Rosaria Stagnaro, dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal capo della Squadra Mobile Marco Calì. A quanto si apprende Genovese non si è limitato a parlare dei suoi problemi dovuti alla droga, ma ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste. Come? "Non voglio entrare nel merito delle questione ora", si è limitato a dire l'avvocato.

(Unioneonline/L)
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