(ANSA) - GARLASCO, 13 AGO -

Potrebbe chiedere di essere ammesso al lavoro esterno per poter uscire dal carcere di Bollate nelle ore diurne: dall’istituto non è più uscito dal 12 dicembre 2015, ossia quando ci è entrato.

Alberto Stasi quel giorno si era costituito poche ore dopo la conferma da parte della Cassazione della condanna a 16 anni per aver ucciso la fidanzata, Chiara Poggi, a Garlasco (Pavia), il 13 agosto 2007. E oggi, dopo 14 anni, l’avvocato Laura Panciroli di Milano (che lo assiste da un anno e mezzo), conferma l’ipotesi che Stasi sta valutando: “I termini sono ormai maturati – dice il legale -. Il problema è trovare un lavoro adeguato, corretto, in un contesto protetto, vista anche l'esposizione mediatica che ha avuto tutta la vicenda. Sono in corso valutazioni, nella prospettiva della rieducazione e del reinserimento sociale. Ovviamente, se ci sarà una richiesta, dovrà poi essere valutata dal tribunale di sorveglianza".

Il 38enne ha scontato quasi sei anni, una pena non sufficiente per beneficiare di permessi. Già da tempo sta lavorando all'interno del carcere per una cooperativa che ha in appalto servizi per conto di diverse compagnie telefoniche: un impiego non solo in attività di call center ma anche d'ufficio, come l'allineamento di dati relativi ad alcuni contratti.

(Unioneonline/s.s.)

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