Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it.

Il fondatore del Movimento Cinquestelle è finito nel mirino degli inquirenti per l’accordo “avente finalità pubblicitarie” relativo al biennio 2018-2019: prevedeva un compenso di 120mila euro l’anno in cambio di uno spot al mese e l’inserimento di messaggi pubblicitari, contenuti redazionali e interviste a “testimonial” della Moby da pubblicare anche sui social.

Sempre nel 2018 c’era stato un altro versamento di Moby “a favore di Casaleggio Associati S.r.l., in relazione a un contratto avente lo scopo di sensibilizzare le Istituzioni sul tema dei marittimi, per un corrispettivo annuo pari ad Euro 600.000 circa, oltre a eventuali ‘goal fees’ legate al raggiungimento anticipato degli obiettivi contrattuali, della durata di due anni (risolto consensualmente a decorrere dal 1° marzo 2020)”.

In ballo in questo caso c’erano la “stesura di un piano strategico e la gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari”, allo scopo di “sensibilizzare le istituzioni e raggiungere una community di un milione di persone”.

LE CHAT E LE “INFLUENZE” – Vincenzo Onorato, secondo le indagini, ha chiesto a Beppe Grillo una serie di interventi a favore di Moby spa che il leader del Movimento Cinquestelle "ha veicolato a esponenti politici trasferendo quindi" all'armatore "le relative risposte": lo si legge nel comunicato del Procuratore della Repubblica di Milano facente funzione Riccardo Targetti.

Agli atti anche una serie di chat inviate da Onorato a Grillo e da questo girate a esponenti politici dei Cinquestelle con richieste per “aiutare” il gruppo di navigazione italiano gravato da debiti finanziari. A quanto si apprende le chat, con anche le risposte alle richieste avanzate da Onorato, sono state trasmesse dai pm di Firenze titolari del fascicolo sulla Fondazione Open di Matteo Renzi. Gli inquirenti vogliono ora capire se i compensi percepiti dalla società del comico fossero il pagamento per prestazioni effettive o il prezzo per la "mediazione" politica. 

L’INCHIESTA – Nell'ambito dell’inchiesta della Gdf, coordinata dall'aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Cristiana Roveda, sono in corso attività con perquisizioni e acquisizioni – negli uffici della Beppe Grillo srl e nella sede legale della Casaleggio associati – di documenti da parte dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.

Su Moby, ammessa al concordato preventivo di recente, è in corso un'inchiesta per bancarotta, coordinata dal pm Roberto Fontana, che vede indagati il patron Vincenzo Onorato e il figlio. Da una tranche di questa indagine è nato il filone per traffico di influenze illecite.

L'indagine era partita, tra l'altro, da una relazione tecnica, allegata al concordato preventivo e firmata da Stefania Chiaruttini, nella quale si parlava del denaro versato alla Beppe Grillo srl e alla Casaleggio Associati. Inoltre, di 200mila euro alla Fondazione Open "sostenitrice" di Matteo Renzi, di 100mila euro al Comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, di 90mila al Partito Democratico, per chiudere con 10mila euro a Fratelli d'Italia. E ancora 550mila euro destinati a Roberto Mercuri (non indagato), ex braccio destro dell'ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona a cui si aggiungono, oltre ai 50mila euro all'associazione senza fini di lucro "Fino a prova contraria", l'acquisto e la ristrutturazione per 4.5 milioni di una villa in Costa Smeralda per "rappresentanza" aziendale, appartamenti di lusso a Milano "in uso a rappresentanti del Cda", noleggio di jet privato e auto come Aston Martin e Rolls Royce, Mercedes o Maserati Levante. Allo stato, comunque, eccetto Beppe Grillo, gli altri nomi indicati nella relazione non risultano iscritti nel registro degli indagati. 

(Unioneonline/D)

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