«Ho schiantato cinque vite, penso solo a quei ragazzi».

Antonio Massa, 49 anni, non si dà pace: è l’addetto Rfi al cantiere in cui lavoravano i cinque operai travolti e uccisi dal treno a Brandizzo, è iscritto nel registro degli indagati. Secondo la Procura di Ivrea, che ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo, lui avrebbe dovuto impedire agli operai di iniziare il cantiere in attesa del passaggio del convoglio che li ha travolti.

«Pensavo che quel treno fosse già passato, ne ero praticamente certo», ha detto alla procuratrice Gabriella Viglione durante l’interrogatorio. «Lo ha visto o lo pensava?», le ha chiesto la pm. «Non l’ho visto direttamente», la sua risposta. L’uomo ha confermato di essere stato lui ad anticipare verbalmente il permesso di aprire il cantiere agli operai della Sigifer.

L’altro indagato è Andrea Girardin Gibin, capocantiere della Sigifer e collega delle vittime, sopravvissuto alla strage perché ha visto i fari del treno appena in tempo per spostarsi sull’altro binario.

«Sono emerse gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell'incidente», ha spiegato la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione. Talmente gravi che, sebbene il fascicolo sia stato aperto per disastro e omicidio colposo, gli inquirenti non escludono si arrivi a ipotizzare il dolo eventuale.

«Non ci sarebbe stata l'autorizzazione a lavorare sui binari al momento del passaggio del treno», aggiunge la procuratrice, che poi si sofferma sulle normative vigenti: «Stiamo anche lavorando per verificare se può essere considerata sicura la procedura complessiva. Quanto accaduto ha reso palese che il meccanismo di garanzia non era sufficiente a tutelare un lavoro così delicato in una sede pericolosa come quella dei binari ferroviari».

Il semaforo al binario 1, infatti, era regolarmente verde all'imbocco della stazione di Brandizzo e i macchinisti del treno in transito, senza passeggeri, molto probabilmente in ritardo di qualche minuto secondo la tabella di marcia prevista, non sono stati avvertiti in merito alla presenza degli operai sui binari. Sono Marcello Pugliese, 52 anni, e Francesco Gioffrè, 29 anni, entrambi di Torino, sentiti a Ivrea come persone informate sui fatti, hanno ribadito la loro versione alle pm Giulia Nicodemi e Valentina Bossi. Sulla loro posizione, al momento, non sono emersi profili di responsabilità.

Secondo la ricostruzione effettuata dalla procura, inoltre, gli operai erano già lì da qualche minuto e stavano già sbullonando i binari quando è arrivato il treno: «Si è rischiata una situazione ancora più grave, perché se il convoglio fosse passato dopo la rimozione dei binari, prevista nel corso dei lavori di manutenzione, sarebbe deragliato», ha confermato la procuratrice Viglione.

(Unioneonline/L)

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