Arrestato con l’accusa di associazione mafiosa Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che ha prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro.

Ad eseguire l’arresto sono stati i carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido. 

Oltre a consegnare all'ex latitante la sua carta di identità per consentirgli di ottenere un falso documento e a dargli la tessera sanitaria necessaria per le terapie e le visite mediche alle quali il boss doveva sottoporsi, Bonafede ha acquistato - per sua stessa ammissione – la casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha trascorso l'ultimo periodo della latitanza, gli ha dato il bancomat permettendogli di fare delle spese e gli ha fatto comprare la Giulietta sulla quale viaggiava.

L’auto, comprata un anno fa personalmente dal boss in una concessionaria di Palermo, era infatti intestata alla madre di Bonafede, e alla stessa donna – disabile di 87 anni – era intestata la Fiat 500 data in permuta per l’acquisto della Giulietta.

«Bonafede - spiega il gip Alfredo Montalto accogliendo la richiesta di arresto del pm della Dda Piero Padova - ha un'estrazione familiare compatibile con il ruolo di partecipe dell'associazione mafiosa (e che, allo stesso tempo, spiega perché Messina Denaro Matteo si sia potuto a lui rivolgere), dal momento che egli è nipote (figlio del fratello) del noto Bonafede Leonardo, già 'reggente' proprio della 'famiglia' mafiosa di Campobello di Mazara che ha protetto, quanto meno negli ultimi anni, la latitanza dello stesso Messina Denaro Matteo consentendogli di svolgere appieno il ruolo di capo indiscusso della consorteria di Cosa nostra nella provincia di Trapani». 

In sostanza, conclude il gip, «si è in presenza, in sostanza, di un'affiliazione verosimilmente riservata di Bonafede per volontà del Messina Denaro»

Oggi è stato sentito dagli inquirenti il titolare della concessionaria.  Il commerciante, viste le foto del capomafia sui media e riconosciuto il volto dell'acquirente, ha confermato che la macchina fu acquistata personalmente dal padrino. Ma non in contanti, almeno così ha detto successivamente ai giornalisti Rai: «L’auto è stata acquistata con metodi tracciati come previsto dalla legge».

(Unioneonline/L)

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