I profili genetici emersi dalle tracce di dna trovate sotto le unghie di Chiara Poggi sono compatibili «per due di quei campioni» con il dna di Andrea Sempio, mentre «Alberto Stasi può essere escluso quale donatore delle tracce».

Lo afferma Ugo Ricci, biologo e genetista forense autore della consulenza della difesa di Alberto Stasi che ha portato a riaprire, a 18 anni di distanza dai fatti, le indagini sul delitto di Garlasco. «La mia è una rivalutazione di dati già presenti nei fascicoli processuali - precisa - confermata da un esperto di fama mondiale come Lutz Roewer, che ha effettuato una valutazione sugli stessi dati inviati anonimizzati». La traccia di Dna, confermano gli esperti, è «leggibilissima».

Ma non sono stati i soli accertamenti scientifici a far riaprire le indagini. Altri due elementi indiziari metterebbero nei guai Andrea Sempio: tre telefonate e uno scontrino conservato per circa un anno, ritenuti altamente sospetti.

Le tre chiamate partite dal cellulare di Sempio, il 4, il 7 e l'8 agosto. Tutte brevissime, rispettivamente di 10, 2 e 21 secondi e che hanno destato sospetti. Soprattutto la seconda e la terza in quanto Sempio avrebbe saputo benissimo che Chiara era a casa da sola e che il fratello Marco, suo amico, era in vacanza in Trentino con i genitori. L'altro elemento che ha destato sospetti è il biglietto del parcheggio di Vigevano, mostrato da Sempio per dimostrare che la mattina del delitto non era a Garlasco, mentre gli accertamenti sulle celle telefoniche dicono il contrario.

L'ipotesi che è stata avanzata è che si tratti di un alibi precostituito in quanto, è il ragionamento, in genere il biglietto di un parcheggio a pagamento si getta via una volta scaduto, ed invece è stato conservato per oltre un anno

Ulteriori accertamenti verranno effettuati sulla compatibilità della grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la taglia delle scarpe di Sempio e sulle impronte digitali repertate nella villetta di Garlasco.

Sempio oggi compie 37 anni. Residente a Garlasco, non è a casa e neanche al lavoro, in un negozio di telefonia dal quale ha preso alcuni giorni di ferie. Il legale che lo difende, avvocato Massimo Lovati, lo ha definito «molto provato». «Andrea sta male», ha aggiunto, riferendo che domani accompagnerà il suo assistito nella sede della scientifica dei carabinieri a Milano dove l’uomo si sottoporrà all’esame del dna: «Deve farlo, non può opporsi».

(Unioneonline/L)

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