Il pm Andrea Girlando ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio per la morte di Ahmed Jouider, il 15enne padovano di origini marocchine trovato morto nel Brenta ieri mattina.

Inizialmente il fascicolo era stato aperto per sequestro di persona, il cambio di ipotesi di reato consentirà alla Procura di poter fare l'autopsia sul corpo del ragazzo probabilmente già domani o venerdì.

Il dottor Andrea Porzionato, che ha fatto un primo esame esterno sul corpo del ragazzo la mattina del ritrovamento sul fiume, non ha trovato segni di colluttazione o violenza, nessun segnale che lasci intendere che il ragazzo, prima di finire nel fiume, abbia opposto resistenza a qualcuno, ma sarà l'autopsia a stabilire l'ora del decesso con esattezza, e a chiarire le cause della morte. 

Ahmed Jouider era un ragazzo solare, aveva buone compagnie e non aveva mai dato segnali di depressione spiega chi lo conosceva bene. Frequentava il secondo anno all'istituto professionale "Bernardi" di Padova con ottimo profitto, i voti erano buoni e i professori gli volevano bene, con un comportamento privo di increspature. Tutti aspetti, dunque, che rendono ancora più inspiegabile l'epilogo di questa vicenda, e il contrasto tra un ragazzo apparentemente senza segreti e quel messaggio inquietante all'ex fidanzata: "So che morirò".

Ahmed viveva con la mamma Latifa e la sorella di 17 anni a Mortise, quartiere popolare di Padova. Il padre aveva divorziato dalla moglie molti anni fa, e da allora la famiglia si reggeva sul lavoro e sulla forza di mamma Latifa. Ahmed non aveva frequenti rapporti con il papà.

La sua compagnia di amici gravitava nella parrocchia del Cristo Re a Mortise, ma in bicicletta era facile raggiungere il quartiere di Torre fino a Cadoneghe: i ragazzi attraversavano spesso in bicicletta la pensilina sul Brenta da dove il giovane Ahmed si sarebbe lanciato la notte tra giovedì e venerdì.

La famiglia lo descrive come un ragazzo molto riservato. Non amava farsi fotografare, ed essenziale appare anche il suo rapporto con i social: aveva un profilo Instagram con poco meno di 400 follower dove non aveva mai postato nulla.

Il ragazzino, riferiscono le fonti di Polizia, non aveva precedenti di alcun tipo, e non era nemmeno mai stato identificato durante controlli del territorio, frequenti in quartieri popolosi, che talvolta presentano “piazze” a rischio.

Gli unici passaggi che registrano il suo nome sono quelli alla frontiera verso il Marocco, dove si è registrato nei viaggi nel suo paese d'origine con la sua famiglia.

Ahmed amava anche lo sport, uno dei suoi passatempi preferiti era giocare a calcio al parco delle Farfalle a Mortise. La sua morte ha lasciato l'intera comunità senza parole.

Per la città di Padova ha espresso il cordoglio il sindaco Sergio Giordani: "Siamo sconvolti e addolorati per questa giovane vita spezzata. In attesa che le autorità chiariscano cosa è successo, va il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia".

(Unioneonline/v.l.)

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