"La risposta dello Stato sarà durissima".

Lo ha assicurato il ministro dell'Interno Marco Minniti al termine del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato a Foggia dopo l'agguato avvenuto ieri nella città pugliese, in cui hanno perso la vita quattro persone.

Tra loro il boss mafioso Mario Luciano Romito.

"Assumiamo l'azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità organizzata in questa provincia come una grande questione del Paese", ha continuato il ministro, affermando che a Foggia "si gioca una partita di carattere nazionale".

"Sul territorio saranno inviate 192 unità operative", ha poi aggiunto.

In merito ai rinforzi, Minniti ha spiegato che si tratta di "uomini dei reparti prevenzione e anticrimine della polizia di Stato, delle compagnie di intervento dei carabinieri, dei baschi verdi della Gdf. Il loro compito sarà quello di saturare il territorio".

A proposito dell'agguato di ieri ha invece sottolineato: "Abbiamo di fronte un'organizzazione criminale che ha le caratteristiche di una organizzazione criminale mafiosa, che potremmo definire un ibrido. Tiene insieme due caratteristiche: una struttura fortemente chiusa e tenuta insieme da quasi assoluta omertà, tipiche della 'ndrangheta in Calabria; e un aspetto più propriamente gangsteristico, che ha come scuola criminale le grandi rapine e che agisce con le dinamiche tipiche dei gangster".

Ha infine concluso parlando dell'importanza della cultura nel contrasto alla criminalità organizzata: "La lotta contro le mafie è una grande battaglia di civiltà e naturalmente su questo fronte è molto importante coinvolgere l'opinione pubblica, avere cioè una partecipazione attiva della gente".

(Redazione Online/F)

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