Alla catalana, dalle nostre parti, al massimo si può fare l'aragosta. Non certo il referendum per l'indipendenza. Anche se usa termini diversi, è quello il senso delle riflessioni di Gianmario Demuro, docente di Diritto costituzionale dell'Università di Cagliari ed ex assessore regionale alle Riforme (si dimise dopo il no referendario alla riforma renziana, che lui sosteneva): "Le Costituzioni unitarie e non federaliste, come la nostra, non prevedono percorsi per la secessione di singole regioni", spiega. Demuro però, pur non condividendo l'afflato indipendentista, non sostiene neppure il centralismo spinto: "La nostra Carta fondamentale dice che l'Italia è una e indivisibile, ma anche che la realizzazione della democrazia passa dalle autonomie".

E questo che cosa comporta?

"Una Repubblica delle autonomie, policentrica, in buona parte ancora inattuata. Con livelli di autonomia regionale molto aumentati; con un ruolo delle città finalmente definito, come in ambito europeo. Ma questo richiede anche un Senato delle regioni: ecco perché ero a favore della riforma di Renzi".

Quindi lei non teme la richiesta di maggiori poteri, contenuta nei referendum in Lombardia e Veneto?

"No: quelle regioni potevano già avviare, sulla base dell'articolo 116 della Costituzione, una trattativa col governo sulle nuove competenze. In generale, penso che le regioni speciali non debbano essere gelose della differenziazione ulteriore di altre regioni. L'Italia è così, diversissima al suo interno".

Ma il voto in Lombardia e Veneto non creerà due nuove regioni speciali.

"No, certo. Quelle le individua la Costituzione. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il quesito veneto che chiedeva appunto se i cittadini volessero una regione a Statuto speciale".

Anche alla Sardegna servono più poteri? E li saprebbe usare?

"Il vero nodo è la finanza pubblica. La Sardegna dovrebbe aprire un dibattito sullo Statuto, per definire con lo Stato ciò che garantisce il nostro sviluppo".

Quale strada legittima e non violenta può tentare di percorrere chi aspira a una Sardegna indipendente?

"Ripeto: gli Stati federali prevedono procedure articolate di secessione, gli Stati unitari no. L'unità e indivisibilità della Repubblica è uno di quei princìpi supremi della Costituzione, non suscettibili di revisione costituzionale. Se lo modifichi, crei in realtà un'altra Costituzione".

Quindi non si potrà mai chiedere democraticamente ai sardi se vogliono restare con l'Italia? Mauro Pili ora ha proposto di indire un referendum simile con legge costituzionale.

"La Consulta chiarisce che ai referendum regionali, anche consultivi, sono precluse scelte relative ai fondamenti della Costituzione. Dobbiamo concludere che, con le nostre regole, eventuali processi di indipendenza sono extra ordinem, cioè estranei al nostro ordinamento".

Quindi sono possibili solo attraverso conflitti? Come sta accadendo in Catalogna?

"La Costituzione spagnola ha princìpi di unità simili alla nostra. È evidente che lì è in atto uno strappo. Ma è la politica che deve trovare soluzioni. A mio avviso, se resti nella legalità costituzionale hai argomenti più forti. Altrimenti è più complicato".

Ma allora è legittima la risposta violenta del governo spagnolo che si è vista una settimana fa?

"Ma per carità, la violenza non ha mai portato soluzioni e la condanno totalmente. È il sintomo di questioni irrisolte del passato, che la politica non ha saputo affrontare. Lo scrittore catalano Javier Cercas dice che si respira un clima simile al 1934, pre-guerra civile. C'è una rottura che dev'essere sanata".

In quale modo?

"Magari dialogando su ulteriori forme di autonomia. Bisogna capire poi il favore popolare effettivo per l'indipendenza catalana. Potrebbe una minoranza ben organizzata decidere per tutti?"

Appunto: allora perché non far votare per misurare l'effettivo consenso popolare? Cameron con gli scozzesi ha fatto così, e ha vinto il no all'indipendenza.

"Il Regno Unito è un contesto diverso, non è uno Stato federale ma è comunque un'unione di Stati preesistenti. E lì, per altro, tutto il processo fu negoziato molto bene in precedenza".

Non esiste un diritto all'autodeterminazione dei popoli, anche quando fanno parte di Stati unitari? Un principio di libertà che viene anche prima delle Costituzioni?

"Nel diritto internazionale, l'autodeterminazione si invoca nei casi di oppressione. Se poi mi parla di princìpi pre-costituzionali, si torna a quel che dicevo prima: l'indipendenza è un processo extra ordinem".

g. m.

© Riproduzione riservata