Hanno chiuso in una cassaforte la loro volontà di dire no alle cure nel caso dovessero trovarsi nell'impossibilità di comunicare a causa di malattie o invalidità. Sono 106 le persone che da gennaio a oggi hanno completato la procedura per il testamento biologico nel registro istituito negli uffici dell'Anagrafe in piazza De Gasperi, a Cagliari.

La media è di quattro iscrizioni alla settimana e, proprio in virtù del gran numero di persone che rifiutano l'accanimento terapeutico, l'assessorato competente ha disposto una nuova apertura nella Municipalità di Pirri. Finora nessuna delle scritture private è stata consultata a conforto del fatto che tutti i 106 iscritti stanno bene.

L'ITER - La procedura prevede che in caso di necessità la scrittura privata venga consegnata ai medici per l'interruzione delle terapie.

"Si tratta di un atto a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini - spiega l'assessore Danilo Fadda -. Ancora prima che entrasse in vigore la legge, la nostra amministrazione aveva istituito un registro che però non aveva efficacia immediata. In quel caso era necessario il pronunciamento di un giudice. Ora, invece, grazie alla nuova legge, la volontà del malato può essere eseguita subito. È chiaro che si può cambiare idea in qualunque momento ed è sufficiente presentarsi in Comune per farsi restituire la scrittura privata che certificava le proprie volontà".

IL FIDUCIARIO - Negli uffici di piazza De Gasperi si sono presentati anche molti giovani, uomini e donne in egual misura. "Ci sono diverse persone che fissano un appuntamento anche solo per avere informazioni e in media quattro completano la registrazione".

Per dichiarare le proprie volontà è necessario compilare una scrittura privata, il modulo pre-stampato (nel quale si elencano le cure che non devono essere somministrate) e indicare una persona che qualora ce ne fosse bisogno dovrà andare in Comune per ritirare una copia del documento da presentare in ospedale.

LA BANCA-DATI - A questo proposito l'assessore Fadda ipotizza un tavolo che coinvolga anche gli altri enti.

"Se il fiduciario indicato nel modulo non dovesse essere al corrente della situazione nella quale si trova il cittadino che ha dichiarato di voler rifiutare le cure, tutto sarebbe inutile. Per questo credo che dovremmo lavorare con le aziende sanitarie e gli ospedali per creare una banca-dati che sia immediatamente accessibile a tutti. Uno degli obiettivi è proprio quello di lavorare in questa direzione per difendere un diritto fondamentale dell'essere umano".

Mariella Careddu

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