La sua seconda vita è iniziata ventidue anni fa, quando nel suo petto ha iniziato a battere un cuore nuovo, donato dalla famiglia di un ragazzo morto ad appena 19 anni.

Era il 26 ottobre del 1996: una rinascita, una data impossibile da dimenticare per l'iglesiente Giampiero Maccioni, 76 anni, tecnico minerario in pensione, sposato e padre di tre figlie.

Un'esperienza che ha segnato la sua vita: dopo il trapianto ha intensificato il suo impegno nel sociale e ha fondato l'associazione sarda trapianti "Alessandro Ricchi" (in memoria del cardiochirurgo dell'ospedale Brotzu che guidava l'équipe che ha eseguito il trapianto) della quale è ancora presidente.

Ma non solo: da poche settimane Giampiero Maccioni è anche alla guida della Federazione nazionale "Liver Pool", che raggruppa una quindicina di associazioni con sede in diverse regioni italiane il cui obiettivo è promuovere la cultura della donazione di organi.

Cinzia Simbula
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