Petrolieri, banchieri, norvegesi e persino venditori di tour eolico-turistici. C’è di tutto tra i nuovi “affettatori” di vento calati nella terra d’ingresso della grande civiltà mineraria dell’Iglesiente. Il piano d’assedio, per quel proscenio sino ad oggi incontaminato, giace, con tanto di numeri di protocollo, nel Ministero dell’Ingordigia Energetica, quello che un tempo si occupava di “Ambiente” e “Mare”.

Sa Reina

Per incunearsi nelle cime che circondano quell’illibato paesaggio rurale, traguardato dai castelli antichi di “Gioiosa Guardia” e “Acqua Fredda”, ci sono dovuti passare persino davanti, ma l’hanno ignorata: “Sa Reina”, però, la Regina, la più antica de “S’Ortu Mannu”, la pianta d’ulivo più longeva, è lì da almeno 900 anni, resistente e resiliente, capace di resistere alle intemperie di quasi mille anni. Monumento con tutti i crismi ministeriali, insignificante per quei predatori di vento giunti sin qui per conquistare le vette orientali del versante a monte di Villamassargia, da sempre porta agricola verso la civiltà delle miniere. 

Saras & Sorgenia

A farsi la guerra su come invadere meglio sono i petrolieri della Saras, ormai orfani della “Moratti generation”, e i “novelli” finanzieri di “F2i”, il fondo multitasking che in Sardegna smania dal mettere le mani anche sull’aeroporto di Cagliari, dopo aver “conquistato” quelli di Alghero e Olbia. Questi ultimi, attraverso la società dedicata alla devastazione eolica dell’Isola, Sorgenia, hanno osato incuneare una delle loro sette pale in sovrapposizione con una di quelle progettate dai “Moratti boys”. 

Sfregio Iglesiente

In totale sono trentotto le pale eoliche presentate al Ministero nel triangolo tra Iglesias, Villamassargia e enclave di Carbonia. Con la Saras e Sorgenia ci provano anche i norvegesi di Fred Olsen Renewables e quelli di Sky21, sempre norvegesi, ai quali si aggiungono gli spagnoli di Iberdrola Italia con il progetto in contiguità denominato “Carbonia”. Un assalto in piena regola a “Sa Reina” e ai monti “de S’Ortu Mannu”.

Tutti i dettagli nell’articolo di Mauro Pili su L’Unione Sarda in edicola e sull’edizione digitale

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